Sul palco del Teatro India approda L’Angelo della Storia; il lavoro di ricerca della compagnia toscana Sotterraneo, da sempre impegnata a scardinare il linguaggio e la prassi teatrale in occasioni di pensiero e condivisione di linguaggi multicodici, con un approccio avant-pop e un allenamento alla coscienza critica del pubblico, attraverso opere stratificate e anticonvenzionali come la loro creazione. In scena dal 3 al 6 novembre.
L’angelo della storia, in scena al Teatro India dal 3 al 6 novembre

Lo spettacolo assembla fatti e pensieri lontani fra loro, aneddoti di secoli e geografie differenti, gesti assurdi che espongono paradossi di interi periodi del passato: un dipanarsi di racconti storici che sintetizzano le contraddizioni di un’intera epoca, montati in cortocircuito con la filosofia di Walter Benjamin per ragionare su come la catena di narrazioni, miti, credenze e ideologie agiscano e intervengano sulla percezione della realtà. Sotterraneo racconta questi episodi, e le loro incoerenze, mettendoli in risonanza con il nostro tempo per comporre una mappa del paradosso fatta di microstorie, eventi sospesi, azioni illogiche che suscitano stupore o commozione, spaesamento o compassione. Una costellazione dell’assurdo che ripensa il presente con uno sguardo storico ispirato alle suggestioni che il filosofo Walter Benjamin chiamava “costellazioni svelate”.
L’Angelo di questo progetto guarda alla microstoria, al dettaglio, agli istanti in cui il tempo si condensa, alle vicende di persone illustri e sconosciute, seguendo anche gli scritti dello storico Yuval Noah Harari per provare a ricombinare il passato e ridiscutere l’immaginario contemporaneo, proprio oggi che la complessità richiede visioni inedite e nuovi processi cognitivi:
«ci piace pensare che a teatro si possano recuperare narrazioni e circostanze a cui Sapiens ha aderito nei millenni, smontarle, ricombinarle, prenderne distanza allontanandoci nel tempo e cercare almeno un po’ di quella vertigine che coglie un astronauta quando osserva la Terra allontanandosi nello spazio _ annota la compagnia fondata a Firenze nel 2005 – nel suo ultimo lavoro il filosofo Walter Benjamin descrive un angelo che vola con lo sguardo rivolto al passato, dando le spalle al futuro: le macerie di edifici e ideologie si accumulano davanti ai suoi occhi e l’angelo vorrebbe fermarsi a ricomporre i detriti, ma una tempesta gonfia le sue ali e lo trascina inesorabilmente in avanti: questa tempesta è ciò che chiamiamo progresso. Per quanto l’angelo osservi il susseguirsi degli e cerchi di resistere alla tempesta, non può fermarsi e intervenire, non può rincollare i pezzi e rifondare una realtà condivisa, non può fare assolutamente nulla per aiutarci – se non altro perché gli angeli non esistono. Quale altro essere senziente potrebbe provare a ricomporre l’infranto, smontare le narrazioni e – volando o meno – finalmente girarsi per proiettare lo sguardo in avanti?».
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