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Covid, la seconda ondata non ha risparmiato medici e infermieri

La seconda ondata di Covid-19 non risparmia nessuno, nemmeno i medici.
Roberto Rinci e Mohamad Alì Zaraket, entrambi medici generici, sono stati gli ultimi a morire. Prima di loro ci sono stati Roberto Ciafrone, 67 anni, Maria Addolorata Mangione, 60 anni, e Giovanni Briglia, 52 anni.
Tutti loro risiedevano e lavoravano nel Lazio.

Tutti e cinque sono morti in questi ultimi due mesi, da ottobre a dicembre, nel pieno della seconda ondata di questa terribile pandemia.
Ogni medico viene periodicamente sottoposto al tampone, per tutelare la sua salute e quella degli altri; ma bisogna tutelarli di più per evitare ulteriori decessi.

La paura è molta per questi professionisti, in continuo contatto coi contagiati. Fondamentale, per comprendere la situazione, la testimonianza di Patrizia Moscatelli, medico di base di 60 anni, che ha contratto il virus e non se ne capacita ancora.
Sono sempre stata molto attenta“, ha affermato la donna che, incredula, continua “Mai avrei pensato di contrarre il virus“.

Non solo medici, ma anche gli infermieri diventano vittime della pandemia. E’ stato osservato che 300 di loro si sono ammalati durante la seconda ondata – quindi circa il 43% di tutti gli infermieri italiani. Di loro, due sono deceduti.
La situazione è critica, in quanto i numeri dei contagiati sono sottostimati, senza dimenticare che nel Lazio il numero di infermieri è ancora troppo basso rispetto a quello che dovrebbe essere – non bisogna dimenticare che la lotta contro il virus non è ancora finita.

Virginia Campolongo

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