Leonardo Lamma, 19 anni, è morto il 7 aprile scorso in seguito ad un incidente stradale. Il fatto è avvenuto nello stesso tratto in cui nel dicembre del 2019 morirono altre due ragazze, anche loro giovanissime e sue amiche: Gaia Von Freymann e Camilla Romagnoli.
Ad oggi, la procura è decisa a chiarire se il sinistro possa essere stato causato da una buca “rattoppata”.
Indagini sulla morte di Leonardo Lamma: le condizioni dell’asfalto di corso Francia
Secondo le indagini, nel pomeriggio del 7 aprile il 19enne stava percorrendo corso Francia con la sua moto quando ha perso il controllo andando a sbattere contro lo spartitraffico.
Stefano e Paola, i genitori di Leonardo, sono decisi ad avere risposte. L’ipotesi è che il ragazzo possa avere perso il controllo della moto dopo essere passato sopra un dosso causato dal “rattoppo” approssimativo di una buca nell’asfalto risalente al 27 marzo.
È proprio sui lavori stradali di Acea che si concentrano le indagini della Procura coordinate dal pm Attilio Pisani. La procura indaga per omicidio stradale, un fascicolo aperto al momento a carico di ignoti, ma oltre ai testimoni dell’incidente, a chi è intervenuto per primo per soccorrere il 19enne e agli agenti di Roma Capitale arrivati sul posto, è certo che le indagini si concentreranno anche sull’operato di Acea e che gli investigatori acquisiranno tutta la documentazione relativa al cantiere aperto in corso Francia per la buca.
Piergiorgio Assumma, presidente dell’Onvos, l’osservatorio nazionale vittime di omicidio stradale, afferma: «La prima possibilità è che la strada abbia giocato un ruolo decisivo o parzialmente decisivo e quindi potrebbero rispondere penalmente sia l’ente che ha svolto i lavori sia il titolare della strada. La seconda è che la presenza dell’asfalto non regolare non abbia giocato nessun ruolo e quindi non ci sarebbero responsabilità. È fondamentale capire come Leonardo sia caduto, anche attraverso la visione delle telecamere di sicurezza. Quell’arteria è molto trafficata e passano, su quel punto, molti mezzi pesanti, a esempio autobus, che avrebbero potuto compromettere, nei giorni successivi al rattoppo, la regolarità della posa in opera. Di sicuro con dei lavori effettuati così velocemente sul tratto interessato, non è stato possibile neanche effettuare un accertamento tecnico irripetibile o un incidente probatorio che cristallizzasse in maniera certa lo stato ante operam (secondo ripristino).»
Insomma, la situazione delle strade di Roma è critica e, a volte, le buche con lavori di rattoppo fatti male potrebbero trasformarsi in trappole mortali.
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