Dalla metà di giugno i volontari dell’associazione “Amici di Villa Leopardi”, stanno sperimentando un metodo su cui per ora, il Servizio Giardini di Roma Capitale, non ha investito troppe risorse: le coccinelle. Nel corso degli ultimi mesi ne hanno acquistate e liberate una gran quantità. Sono infatti dei predatori naturali in grado di contrastare il diffondersi di molti parassiti.
La lotta biologica a Villa Leopardi
“Ci siamo documentati ed abbiamo così scoperto che esistono in natura una gran quantità di coccinelle – ha spiegato Massimo Proietti Rocchi, presidente dell’associazione Amici di Villa Leopardi – Noi ne abbiamo lanciate in tutto più di 4mila, di cui 200 soltanto nella giornata del 16 settembre”. Questi insetti si nutrono infatti delle cocciniglie che attaccano le piante, pini compresi.
A Roma migliaia di esemplari di Pinus pinea sono sotto attacco. Nel 2018 sono infatti arrivate nella Capitale le cocciniglie tartaruga (Toumeyella parvicornis). Si tratta di specie aliene, provenienti dal Nord America, la cui presenza sulle chiome degli alberi rilascia una melata su cui attecchisce una fumaggine scura. Quest’ultima impedisce agli aghi di ricevere la luce del sole e di conseguenza le foglie, impossibilitate ad effettuare la fotosintesi, si seccano e cadono.
Com’è possibile, per i non addetti ai lavori, stabilire se un pino è stato raggiunto dalla Toumeyella parvicornis? Gli alberi che sono colpiti dalla cocciniglia, ancor prima di farsi notare per il diramarsi della loro chioma, sono riconoscibili proprio per questa melassa che, cadendo a terra, rende le superfici raggiunte particolarmente appiccicose.
A differenza della resina, che il pino rilascia solo in determinate condizioni, questa sostanza zuccherina si rimuove con facilità, anche solo con l’acqua. Banalmente, quindi, se sul parabrezza di un’auto parcheggiata sotto un pino si trovano queste goccioline che, con il getto del tergicristalli, vanno via, allora si é in presenza del temuto insetto.