Il triste dato arriva da uno studio dell’Università “Sapienza” di Roma pubblicato recentemente su “Archives Disease in Childhood“. Durante l’ultimo periodo di lockdown, quello iniziato a marzo scorso, si è verificato il boom di bimbi nati morti nella Regione Lazio. Il numero dei decessi, infatti, è triplicato di botto. Tale segnale non riguarderebbe soltanto la regione del Centro Italia ma il dato, a quanto pare, sarebbe generalizzato in diverse parti del mondo.
Bimbi nati morti durante il lockdown: colpa indirettamente del Coronavirus
Il motivo di questo aumento vertiginoso di bimbi nati morti non è da ricondurre direttamente al Coronavirus, la malattia virale nata in Cina che si è propagata velocemente in tutto il mondo lasciando dietro di sé contagiati e decessi. Ma la pandemia virale, certamente, ci ha messo lo zampino: secondo le indagini, il virus raramente ha colpito una donna in stato di gravidanza.
Il periodo di lockdown imposto per contrastare la prima ondata di Covid-19, però, sarebbe il principale responsabile, in base allo studio svolto dall’Università “Sapienza” di Roma, del boom dei bimbi nati morti: in quel lasso di tempo drammatico, infatti, i controlli sanitari, un tempo precisi e puntuali, sono stati rinviati o bloccati per contrastare la pandemia. Un altro fattore che potrebbe aver influito in modo determinante è quello relativo alla crisi economica portata dal virus e dal lockdown: meno soldi, quindi meno controlli medici. Oltretutto, si è osservata una drastica diminuzione dei nati prematuri e delle nascite più in generale.
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