Il culto di San Lorenzo è da sempre molto sentito a Roma e Via Panisperna si configura come luogo fisico legato al martirio del Santo. La Chiesa di San Lorenzo in Panisperna, sita nel Rione Monti, sorge nel luogo esatto in cui avviene la tragica morte di San Lorenzo bruciato vivo sopra una graticola. Pare che la Chiesa di San Lorenzo in Panisperna debba la sua edificazione a Costantino, cento anni dopo le persecuzioni ordinate dall’imperatore Valeriano. La denominazione toponomastica della via deriva dalla tradizione di distribuire ai poveri della città, ogni 10 agosto, “panis et perna” ossia pane e prosciutto.
Via Panisperna e San Lorenzo: l’origine di un toponimo

Il 10 agosto è il giorno dedicato alle stelle cadenti: le lacrime di San Lorenzo non sono altro che il fenomeno astronomico delle Perseidi, uno sciame meteorico che la Terra attraversa durante il periodo estivo nel percorrere la sua orbita intorno al Sole. Tuttavia, il 10 agosto la tradizione ricorda anche il martirio del diacono Lorenzo avvenuto secondo il martirologio romano nel 258 d.C., durante le persecuzioni di Valeriano.
Secondo la leggenda le stelle cadenti simboleggerebbero le lacrime versate da San Lorenzo durante il suo martirio; ma secondo un’altra interpretazione le stelle sarebbero metafora dei carboni ardenti su cui Lorenzo ardendo vivo muore su di una graticola. A Roma il culto del Santo è da sempre molto sentito, soprattutto per via delle numerose chiese a lui dedicate; San Lorenzo in Fonte, La basilica di San Lorenzo fuori le mura, e ancora San Lorenzo in Lucina, San Lorenzo in Miranda, San Lorenzo in Piscibus e la Chiesa di San Lorenzo in Panisperna il cui appellativo si lega proprio al 10 agosto, festa del Santo. Secondo un’usanza, derivata da un’abitudine delle monache clarisse, ogni 10 agosto si distribuivano ai poveri della città “panis et perna”, pane e prosciutto, in ricordo degli atti caritatevoli messi in pratica dal Santo che considerava coloro i quali vivevano in povertà il reale tesoro della Chiesa.
“Panis et perna” fra etimologia e storia: interpretazioni e curiosità
Le interpretazioni riguardanti il toponimo di Via Panisperna sono diverse. La versione più acclarata sostiene che la denominazione deriverebbe dalla tradizione della Chiesa di San Lorenzo in Panisperna di distribuire, appunto, “panis et perna” – pane e prosciutto – ai più poveri il 10 agosto, giorno dedicato al Santo. Tuttavia, secondo un’altra interpretazione il nome di Via Panisperna deriverebbe da ”palis” – spranghe – e ”sterno”, distendo. Anche volendo sostenere questa versione etimologica, il legame della denominazione riferita a San Lorenzo e al 10 agosto rimane; sembra, infatti, che questa seconda interpretazione si riferisca al momento del martirio di San Lorenzo bruciato vivo su una graticola.
Una terza interpretazione, invece, parla di due famiglie: da un lato i Pane, dall’altro i Perna. Secondo la tradizione, proprio nella zona dove ora sorge Via Panisperna, le due dinastie avrebbero avuto varie proprietà a loro nome, da qui la crasi dei due cognomi che porterebbe all’attuale designazione della via.
Un’ulteriore interpretazione circa l’origine dell’appellativo di Via Panisperna proviene da una bolla di Giovanni XXII in cui si nomina la Chiesa di San Lorenzo Parasperna. Da qui l’origine proveniente da un termine storpiato derivante, a sua vota, dalla parola greca “para” – presso – e da un altro lemma derivante dal latino antico “sperno” , cioè confine. Secondo questa versione, tale appellativo indicava il punto in cui la chiesa era sita cioè vicino a un confine delimitato da varie proprietà considerate importanti.
Gli studi di Umberto Gnoli e Benedetto Blasi
Sull’origine del nome di Via Panisperna sono stati effettuati diversi studi ma, fra i più rilevanti, si ricordano quelli compiuti dallo storico dell’arte Umberto Gnoli e Benedetto Blasi.
Secondo Gnoli, autore di “Topografia e toponomastica di Roma medioevale e moderna” (1939), nome Panisperna
«Appare dal secolo XI applicato alla chiesa di S. Lorenzo Panispernae, nome derivato forse dall’antico vicus. L’Armellini (archeologo) lo mise in relazione con il classico gentilizio di Perpernae (il nome di una famiglia); altri con un’ipotetica distribuzione ai fedeli di panis et perna, pane e prosciutto».
Umberto Gnoli, Topografia e toponomastica di Roma medioevale e moderna, Roma, Staderini, 1939.
Benedetto Blasi, autore dello Stradario romano pubblicato nel 1933, riferisce varie interpretazioni:
«Il nome si fa derivare da una lapide qui esistente che faceva menzione di un prefetto Perpenna; secondo Costantino Maes (ricercatore di curiosità romane) qui era il tempio di Giove Fagutale, al quale si sacrificava un porco (ecco la perna, ossia il prosciutto) i cui pezzi si mangiavano avidamente, poi se ne celebrava la festa con conviti popolari nei quali si dispensava a profusione a tutti i devoti pane e prosciutto (panis et perna). Tradizione questa rimasta alle monache di S. Chiara che nella festa di S. Lorenzo in Panisperna solevano distribuire ai poveri egualmente pane e prosciutto. La chiesa di S. Lorenzo occupa parte dell’area delle Terme di Olimpiade, dinanzi alle quali S. Lorenzo fu arrostito, disteso su verghe di ferro formanti una grossa graticola. A perenne ricordo del martirio fu denominato S. Lorenzo in Paliosterno, cioè palis sterno (disteso sui pali). In un documento del Cinquecento il monastero è denominato S. Lorenzo in Palisterno. Per il che la via dovrebbe chiamarsi via Palisterna, ossia ove S. Lorenzo fu messo a bruciare su ferri»
Bendetto Blasi, Stradario Romano dizionario storico etimologico-topografico (1933)
Via Panisperna e la Chiesa di San Lorenzo
Nota anche come San Lorenzo in Formosa, tradizione vuole che la sua costruzione sia fatta risalire al IV secolo e il nome “formosa” provenga da papa Formoso a cui si deve la prima costruzione della chiesa attestata sul luogo in questione nel IX secolo; secondo tale spiegazione l’edificazione attribuita a Costantino sarebbe, quindi, una leggenda. Successivamente il luogo era stato affidato ai monaci di San Benedetto che edificano accanto alla Chiesa un monastero. Solo nel 1149 Papa Eugenio III affida il monastero di San Lorenzo sito in via Panisperna all’abate Marino della badia di Cava. Nel XIV secolo, poi, il monastero è ceduto alle monache di Santa Chiara e, per volere del cardinale Giacomo Colonna, riservato alle clarisse.
La chiesa, secondo una decisione del cardinale Guglielmo Sirleto, subisce una ulteriore ricostruzione fra 1565 e il 1574. La parte relativa al portico, negli esterni della Chiesa, è stata aggiunta solo nel XVII secolo e decorata con effigi di San Lorenzo e Francesco d’Assisi, come deciso da papa Leone XIII nominato vescovo titolare nel 1843 da papa Gregorio XVI.
Stella Grillo
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