Caos tamponi in casa Lazio. È un polverone che, nelle ultime ore, ha calamitato l’attenzione mediatica sullo scenario, complicato, della lotta mondiale al Coronavirus, la malattia virale che continua a spaventare, a distanza di quasi un anno, il nostro Paese. La società biancoceleste di Claudio Lotito è nel mezzo delle polemiche per via dei tamponi (sono positivi o negativi alla fine?) dei suoi tesserati, scesi regolarmente in campo (Immobile) nella gara vinta all’ultimo respiro contro il Torino di Giampaolo.
Le parole di Claudio Lotito
Sotto ai riflettori. Ma questa volta non per meriti sportivi. Claudio Lotito ha chiarito la posizione della Lazio in un’intervista rilasciata al quotidiano La Repubblica. Ecco cosa ha detto il numero uno del club romano:
“Ci stanno facendo il gioco delle tre carte. La gente ci odia, per quello ci attacca. Positivo non vuol dire essere contagioso. Anche nella vagina delle donne, di tutte le donne del mondo, ci sono i batteri. Ma mica tutti sono patogeni, solo alcuni in alcuni casi diventano patogeni e degenerando. Perché ho scelto il laboratorio di Avellino? Prima ho chiesto allo Spallanzani, ma mi hanno detto che non era il caso. Poi c’era il Campus biomedico, che era vicino a Trigoria, ma se lo immagina la gente in fila e noi che passiamo avanti? Mi hanno detto che c’era il centro di Taccone ad Avellino, uno dei pochi convenzionati con la Regione Campania. E abbiamo scelto lui per la Salernitana e anche per la Lazio”.
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