Sono tre le mappe che mostrano l’accessibilità per i romani ai servizi di base. Si tratta di servizi come la scuola (primaria e secondaria ma anche università e centri di formazione professionale), i trasporti (la fermata del bus o della metro) e i presidi sanitari come il consultorio, l’ambulatorio o il pronto soccorso. Quanto distano da casa per il cittadino? Izilab ha calcolato i dati a seconda dei diversi quartieri di Roma e Gualtieri promette di portare i servizi di base a meno di 15 minuti a piedi o in bici da casa, ovunque, in tutta Roma.
Tutte le informazioni sulle mappe di accessibilità riguardanti i servizi base
Analizziamo insieme le tre cartine in cui è possibile verificare il livello di accessibilità ai suddetti tre servizi di base.
- La scuola. La prima mappa è divisa in tre livelli: la scuola dell’infanzia (asilo e infanzia comunale e statale), la scuola dell’obbligo, primaria e secondaria di primo e secondo grado (scuole medie, licei e istituti superiori) e infine l’istruzione non obbligatoria, ovvero i centri di formazione professionale e le università. In questo caso le zone in cui l’indicatore è più alto e quindi l’accessibilità è maggiore sono quelle dei municipi I (Centro storico), II (Parioli-Nomentano) e V (Pigneto-Centocelle). Le aree invece ad accessibilità più bassa sono quelle a ovest della città, in particolare fuori dal Raccordo nel XIV, XIII, XII municipio. Per la scuola dell’infanzia invece l’accessibilità sul territorio comunale risulta piuttosto buona ovunque, con l’eccezione delle zone esterne del municipio IX (Trigoria e Spregamore).
- La salute. La seconda mappa mostra l’accessibilità ai servizi sociosanitari: case della salute, ambulatori di cure primarie, pronto soccorso e consultori. In questo caso risulta particolarmente elevata nelle zone centrali della città e in prossimità del Grande Raccordo Anulare, laddove sono presenti le grandi strutture ospedaliere, vedi il lungotevere dal Vaticano all’Isola Tiberina, la direttrice della Casilina e la zona di Grottarossa/Labaro. In generale le zone in cui effettivamente i servizi sanitari sono a meno di 500 metri dai cittadini sono molto ridotte.
- La mobilità. La terza ultima mappa misura l’accessibilità al trasporto su ferro: metro, tram, treni urbani ed extraurbani. La distribuzione dei trasporti si può definire “a raggiera”, in quanto emerge una zona centrale con alta accessibilità e sei direttrici principali che collegano il centro a varie zone della periferia, mentre le zone periferiche risultano poco collegate tra loro. All’interno del GRA, le zone che non si trovano lungo le direttrici principali di tram, metro e treni, risultano entro una distanza media inferiore ai due chilometro da questi ultimi, mentre fuori dal Raccordo vi sono zone per cui tali servizi risultano addirittura a una distanza superiore di quattro chilometri, come nel caso della parte esterna del IX o del XII municipio.
Izilab spiega: «Per le tre dimensioni indagate sono state realizzate tre mappe sulle quali è stato costruito un indicatore complesso che si basa sulla combinazione tra il livello di importanza e sostenibilità del sub servizio che compone il singolo pilastro indagato e la distanza dello stesso rispetto al centro dell’esagono avente una circonferenza di diametro 1.250 m pari proprio alla distanza che si stima si possa percorrere a piedi in 15 minuti. Successivamente è stata elaborata una media pesata dando così vita a cinque classi cromatiche dalla più scura (valore indicatore elevato), alla più chiara (valore indicatore basso), in modo tale da poter rappresentare il livello di accessibilità di quel pilastro per quella porzione di città.»
Per ognuno dei sub indicatori quindi è stato attribuito un punteggio da 1 a 5 in base alle seguenti soglie: oltre i 4.000 metri, tra i 4.000 e i 2.000 metri, tra i 2.000 e i 1.000 metri, tra i 1.000 e i 500 metri ed entro i 500 metri.
Il board member di IZI SpA, Andrea Modica Bosinco, dichiara: «Una città viva è una città costruita sulle necessità delle fasce di età più giovani. Se uno spazio urbano rende vivaci e interconnesse tutte le sue periferie e le trasforma in nuove centralità, riduce le disuguaglianze, aumenta le opportunità, e rafforza le possibilità di crescita economica del territorio. Provocatoriamente potremmo affermare che l’obiettivo della città dei 15 minuti non è accrescere la mobilità ma l’immobilità. Da diverso tempo, come IZILab, stiamo analizzando questi fenomeni e in questa occasione lo abbiamo fatto per supportare il Comune di Roma. Le mappe che abbiamo realizzato evidenziano come i servizi essenziali, quali la mobilità su ferro, l’istruzione e la sanità siano molto distanti se non addirittura assenti in diversi quartieri della Capitale, creando grandi disagi, occasioni di formazione mancate, fuga dalla città. Come cittadino vorrei che il governo Capitolino si concentrasse esattamente nel ‘connettere’ anche queste zone all’interno della rete dei servizi essenziali, realizzando uno spazio urbano ‘a portata di piede’, partecipato, vivo.»
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