Sulla questione dell’uso delle mascherine Ffp2 i gestori affermano: «Una raccomandazione per tutte le attività, compresi negozi molto affollati. Per noi invece nemmeno le chirurgiche già concesse alle discoteche».
Mascherine Ffp2 obbligatorie, è rivolta delle sale cinematografiche
Contro l’obbligo delle Ffp2, si rivoltano le sale cinematografiche. L’obbligo delle mascherine al cinema è esteso fino al 15 giugno. «È inaccettabile che sia ancora lo spettacolo, l’unico a pagare una pesante e ormai non più sostenibile né comprensibile penalizzazione in materia di protocollo Covid». Lo afferma l’Anec, Associazione degli esercenti dei cinema.
I gestori affermano: «Le misure varate vedono una generica raccomandazione per tutte le attività. Comprendono le realtà commerciali sicuramente molto affollate e con elevate possibilità di contatto fra le persone». I gestori aggiungono: «Si obbligano i cinema a imporre la Ffp2, nemmeno le mascherine chirurgiche già concesse alle discoteche. Si dichiari dunque pubblicamente che si intende condannare definitivamente e senza appello un comparto. È quello dello spettacolo cinematografico in sala, intendendo favorire senza se e senza ma gli sfruttamenti in piattaforma dei film».
Il testo dell’ordinanza
Il testo dell’ordinanza cita: «Fino al 15 giugno 2022 per gli spettacoli aperti al pubblico che si svolgono al chiuso in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche, locali di intrattenimento e musica dal vivo e in altri locali assimilati, nonché per gli eventi sportivi e le competizioni che si svolgono al chiuso». La mascherina Ffp2 rimane obbligatoria.
Non c’è consolazione per i titolari di platee ormai in affanno: «Sono due anni che con senso di responsabilità gli esercenti hanno preso atto delle stringenti misure, applicate ogni volta in prima istanza ai cinema, ma adesso l’accanimento non è più comprensibile. La filiera ha evidente la profonda crisi del cinema in sala che colpisce pesantemente e maggiormente le produzioni nazionali, e anziché procedere nell’indirizzo di sostegno, si scelgono soluzioni che affossano e basta».
Le percentuali di perdite
Secondo i dati raccolti, il 2020 ha registrato perdite del 71% rispetto al 2019. Nel 2021, l’Italia è stato l’unico paese in Europa ad aver registrato un’emorragia di spettatori, chiudendo con una diminuzione sul 2020 del 12%. Nel 2022 dopo quattro mesi il calo è del 60% rispetto al 2019. La denuncia che arriva dai gestori afferma: «Vediamo una volontà politica incomprensibile e unicamente dannosa per il settore, nei due mesi, fra l’altro, che vedranno arrivare in sala alcuni block-buster di forte appeal che potrebbero consentire finalmente un ritorno del pubblico».
Ylenia Iris
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