Matteo Berrettini si è purtroppo dovuto ritirare dal torneo di Wimbledon ancora prima di giocare. Il tennista si è sottoposto ad un tampone volontario in seguito a dei sintomi influenzali ed è risultato positivo al Covid. Con un messaggio social Berrettini ha trasmesso tutto il suo dispiacere: “Nonostante i sintomi non siano gravi, ho deciso che era importante fare un altro test questa mattina per proteggere la salute e la sicurezza dei miei avversari e di tutti le altre persone coinvolte nel torneo. Non ho parole per descrivere l’estrema delusione che provo. Il sogno è finito per quest’anno, ma tornerò più forte di prima“. Il suo ritiro è stato accolto da tantissimi messaggi di sostegno, ma anche da alcuni insulti vergognosi.
Matteo Berrettini, si presentava a Wimbledon come uno dei favoriti

Berrettini partiva come uno dei favoriti alla vigilia del torneo di Wimbledon. Il tennista italiano si era ripresentato alla grande sul circuito dopo l’infortunio patito alla mano destra lo scorso 16 marzo ad Indian Weels. Berrettini ha conquistato sia l’Atp 250 di Stoccarda che il 500 del Queen’s. Un dominio sull’erba (32 vittorie e 3 sconfitte dal 2019 ad oggi) che voleva confermare a Wimbledon, dopo la finale persa lo scorso anno contro Novak Djokovic. In Inghilterra ha però dimostrato un’enorme correttezza e rispetto della salute altrui. Il buon senso e la civiltà ha vinto contro l’egoismo di disputare comunque il torneo.
I vergognosi messaggi social
Su Twitter si segnalano dei commenti incivili e vergognosi contro Berrettini: “Immagina non avere una linea di febbre e farti un tampone sapendo che se risulterà positivo ti scordi il torneo più importante al mondo e 2,5 milioni di euro. Immagina essere più cretini“. In un altro si legge: “Vorrei elogiare il genio di Berrettini: si sentiva il raffreddore e ha rinunciato a un possibile approdo nei primi quattro, magari un’altra finale di Wimbledon per la sua Covidiozia. E niente, si gode morendo dalle risate“. Il comportamento di Berrettini dimostra che non è in possesso solamente di incredibili doti tennistiche, ma anche della civiltà e dell’educazione. Qualità che apparentemente possono risultare rare come quelle tennistiche.
Matteo Mambella