In piazza Santi Apostoli a Roma, i medici e gli infermieri del pronto soccorso hanno protestato per “salvare la medicina d’urgenza”.
Medici del pronto soccorso in rivolta
Questo mercoledì in piazza Santi Apostoli a Roma, i medici e gli infermieri del pronto soccorso hanno fatto sentire la loro voce. Da due anni a questa parte hanno lottato contro un nemico sconosciuto con a loro disposizione risorse e strumenti non adeguati.
Il primo problema è la mancanza di personale. Sottolinea la Simeu “Oggi mancano all’appello 4.000 medici che rappresentano circa il 30% della struttura organica necessaria per far funzionare adeguatamente i pronto Soccorso e questo non è solo un numero che impressiona per la sua grandezza”. In piazza c’erano dottori, infermieri, studenti e professori, tutti con camice bianco e un nastro blu scuro per sensibilizzare decisori ed opinione pubblica verso queste problematiche.
“Solo negli ultimi due anni, dall’inizio della pandemia, abbiamo subito una perdita netta complessiva di circa 2.000 medici. Questi numeri ci indicano che ogni due professionisti che abbandonano troviamo una sostituzione solo per uno di essi. Viviamo ormai in un perenne stato di allerta e ogni giorno è peggiore di quello precedente”. Sottolinea Andrea Fabbri, responsabile del Centro studi e Ricerche della Simeu.
“Il profondo disagio vissuto dai professionisti di Emergenza Urgenza coincide con le inaccettabili condizioni in cui versano i pazienti in molti pronto soccorso”. Afferma Fabio De Iaco, responsabile dell’Accademia dei direttori Simeu.
Seguici su Metropolitan Magazine per rimanere aggiornato