Metropolitana a Roma rischio stop: a rilento a revisione dei treni

Sono state attuate a Roma per la metropolitana solo un terzo delle manutenzioni obbligatorie. Non è servito l’ultimatum dell’Agenzia per la sicurezza con scadenza 31 dicembre. Ad aggravare la situazione c’è il rientro al 100% previsto dal 1° aprile.

Metropolitana a Roma: c’è preoccupazione per il ritorno alla normalità

Nell’Atac con la Metropolitana si naviga a vista, mentre si aspetta il decreto del governo sul ripristino della capienza al 100% sui mezzi pubblici, oltre che l’ingresso unico nelle scuole dal 1° aprile. È sicuramente preoccupante l’impatto del ritorno alla normalità. Lo è se si considera un servizio che già attualmente, con la capacità all’80% e i flussi degli studenti scaglionati in due turni, è in difficoltà. Lo dimostrano i numerosi ritardi sulla metro B1, fino a 30 minuti di attesa tra una corsa e l’altra.

Roma e i problemi di deficit manutentivo

È proprio il deficit manutentivo il problema. Si trascina da anni e l’Ansfisa (Agenzia nazionale per la sicurezza delle ferrovie e delle infrastrutture stradali e autostradali) a riguardo è stato chiaro, a quanto riporta il Corriere della Sera: “dopo una serie di proroghe, e dopo aver appurato un livello accettabile di rischio a valle di una valutazione tecnica positiva, se entro il 31 dicembre la municipalizzata non rispetterà il cronoprogramma per la revisione dei vecchi treni Caf 300 (39 nel deposito di Osteria del Curato ai quali si aggiungono i 68 Mp100/300 a Magliana più 22 convogli equivalenti a composizione variabile) si rischia lo stop anche sulla B e la A”.

Nonostante le sollecitazioni, effettuate solo un terzo delle manutenzioni obbligatorie

Nonostante le numerose sollecitazioni lanciate dal ministero delle Infrastrutture, Ustif e Comune, l’amministrazione, ha effettuato solo un terzo delle manutenzioni straordinarie obbligatorie per legge. La programmazione prevede 11 contratti per un importo di circa 100 milioni. In gran parte sono conferiti al Campidoglio dal Mit, in percentuale ridotta a carico di Atac. La pianificazione degli appalti va a rallentatore, nonostante l’ultimatum ha scadenza tra nove mesi. Le indicazioni presenti in un rapporto interno sul controllo della gestione aziendale sono perentorie.

Bisogna attuare le attività con le cronologie presentate

«Per evitare che i treni siano distolti dal servizio per mancata manutenzione, come già accaduto, e per evitare il crescere del debito sui rotabili è essenziale, nell’immediato, attuare le attività con le cronologie presentate agli enti esterni e supportate dai diversi contratti attivati da Atac». Mancano le figure tecniche per avviare le gare, gestirle, controllare l’operato delle ditte esterne, applicare le penali quando i lavori non sono eseguiti nel modo giusto. La carenza di personale qualificato, insieme ai problemi manutentivi, potrebbero creare un circolo vizioso.

A Roma la metro è in sofferenza, no al 100%

«L’attuale fotografia del metroferro di Roma, sottolinea Fabio Esposito al Corriere della Sera (Uil trasporti Lazio), è il riflesso dei mancati investimenti. Nel 2017 il Mit ha stanziato 495 milioni ma non c’è stata nessuna presentazione di progetti: se si fossero utilizzate quelle risorse, oggi Atac avrebbe altri treni. Non siamo nelle condizioni di tornare al 100%, come prima della pandemia, perché la metro è in grande sofferenza». Ci sono problemi anche sul servizio di superficie: «Mancano 300 autisti, rivela il sindacalista. Se non si accelera con le assunzioni non saremo in grado di rispettare il contratto di servizio (in proroga fino a fine marzo, ma il Comune vorrebbe rinnovarlo per altri otto anni, ndr). I conducenti stanno lavorando con oltre 100 giorni di ferie arretrate che non riescono a smaltire».

A Roma c’è paura per gli «affollamenti inopportuni»

Daniele Fuligni, segretario Filt-Cgil di Roma e Lazio, teme che il ritorno alla capacità massima provochi «affollamenti inopportuni» in banchina, alle fermate e sui mezzi. «È ovvio che siamo preoccupati: come si declina la capienza al 100%, da libretto di circolazione, nel contesto romano?», dice al Corriere. In Atac deserte due procedure negoziate relative alla fornitura di pneumatici per i bus, da 272 e 725 milioni: “Torneranno le gomme lisce da pista?“, è il tweet ironico di Mercurio viaggiatore. Già l’anno scorso le forniture erano molto ridotte, dovrebbero essere 1,4 milioni di euro l’anno».

Ylenia Iris

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