L’utilizzo dei monopattini come alternativa ai mezzi di trasporto pubblici o alle automobili si sta facendo sempre più intenso, ma la CNN in una rubrica sostiene che a Roma ce ne sono troppi: questi, infatti, bloccherebbero strade e marciapiedi e sarebbero tra le cause principali di incidenti.
Monopattini a Roma: la CNN scrive che sono troppi e pericolosi per la circolazione
Le strade di Roma sono ormai piene di monopattini, i quali stanno gradualmente andando a sostituire i comuni mezzi di trasporto pubblici e le automobili. Si tratta infatti di un nuovo modo di spostarsi attraverso la Capitale evitando il rischio di restare intrappolati nel traffico e contribuendo a salvaguardare l’ambiente. Tuttavia, la CNN non sembra dello stesso avviso. In una rubrica di viaggi sul suo sito, l’emittente statunitense scrive che i monopattini «bloccano i marciapiedi, innervosiscono i conducenti e uccidono», rappresentando dunque non un miglioramento ma un pericolo per la circolazione. Viene inoltre ricordato che i monopattini a noleggio, diffusi su tutto il territorio di Roma attraverso un servizio di sharing, sono stati introdotti come alternativa ai mezzi pubblici durante il periodo di pandemia per il COVID-19 e che da allora i vari ospedali della Capitale devono fronteggiare almeno un incidente grave ogni tre giorni causato dai mezzi elettrici.
Nel frattempo, il Comune di Roma ha concesso licenze a sette società che hanno il compito di occuparsi della riparazione, della sostituzione delle batterie, spostare i monopattini dalle zone ad alto traffico e recuperarli in caso di problemi. Eugenio Patanè, assessore ai Trasporti, ha dichiarato che a partire dal 1 gennaio del prossimo anno il Campidoglio rinnoverà il permesso a soli 9.000 mezzi elettrici e diminuirà il numero di aziende autorizzate ad affittarli a tre, contrastando così il fenomeno della proliferazione indefinita e senza regole di cui la CNN ha scritto sul suo sito. Inoltre, l’amministrazione capitolina richiederà anche una percentuale di monopattini da collocare nelle periferie, affinché i mezzi possano essere usati per “l’ultimo miglio”.
Maria Claudia Merenda
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