Lockdown mirati nelle aree più a rischio con l’ombra di un’imminente chiusura nazionale generalizzata. Lo scenario che nessuno auspicava e che solo un mese fa sembrava fuori da qualsiasi orizzonte, si avvicina a grandi falcate. Domani, infatti, il premier Giuseppe Conte dovrebbe licenziare l’ennesimo Dpcm per aumentare le restrizioni sull’intero territorio nazionale.
Tutti i provvedimenti messi in campo finora – dall’obbligo di mascherine all’aperto alla chiusura di anticipata di bar e ristoranti – non hanno sortito l’effetto sperato. Il Covid continua a correre impetuosamente – ieri altri 31mila nuovi casi con una percentuale di oltre il 14% di nuovi positivi sui tamponi effettuati – e per il capo del governo è arrivata l’ora di dare un’altra girata di chiave alla vita degli italiani.
C’è, però, anche chi non esclude un lockdown «light» su tutto il territorio italiano. D’altronde il quadro «statistico» dell’epidemia parla chiaro. L’indice Rt è salito all’1,7 a livello nazionale, e solo poche regioni sono ormai sotto la soglia dell’1,5. Il confine, cioè, tra lo scenario 3 e lo scenario 4 nelle tabelle del ministero della Salute. In pratica, undici regioni su venti sono ormai considerate ad alto rischio dal Cts. Con un simile grado di contagiosità, il sistema sanitario non può reggere più di tre o quattro settimane senza chiusure che interrompano la catena del virus.