Omicidio Willy Monteiro Duarte: non c’è un vero movente

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L’omicidio di Willy Monteiro Duarte, avvenuto due anni fa, continua a sollevare tutt’oggi molti dubbi e domande. Gli inquirenti si chiedono ancora quali siano i motivi che hanno spinto Marco e Gabriele Bianchi ad uccidere il giovane. Secondo i pm, il movente non esiste all’infuori dell’intenzione di ledere senza giustificazione.

Omicidio Willy: non c’è un vero movente al di là dell’intenzione di ledere

omicidio Willy movente - photo credits tpi.it
(Photo Credits: tpi.it)

È il 6 settembre 2020 quando Willy Monteiro Duarte, un giovane di 21 anni, è stato ucciso durante una rissa per difendere un amico a Colleferro, comune della città metropolitana di Roma Capitale. I responsabili dell’omicidio erano stati identificati quali Marco e Gabriele Bianchi, Francesco Belleggia e Mario Pincarelli, già noti alle Forze dell’Ordine per risse, pestaggi, spaccio e riscossione per conto di terzi. Per due anni gli inquirenti si sono domandati quale fosse il movente dei fratelli Bianchi e, dopo una lettera spedita dal carcere di Viterbo in cui Marco Bianchi si difende e non mostra alcun segno di pentimento, si è giunti ad una risposta: questi hanno colpito e successivamente ucciso il giovane con il «solo intento di ledere e senza un vero movente». Nella replica dei pm alle arringhe difensive depositate ieri si legge infatti che si sia trattato di dar sfogo ad un «impulso violento e immotivato».

Stando alle parole della Procura di Velletri, i due fratelli – esperti di arti marziali – si sono avvicinati alla folla «con il solo intento di ledere e non recedendo dal proprio proposito criminoso nonostante i tentativi [da parte di alcuni presenti] di spiegare come non vi fosse assolutamente la necessità di adoperare violenza». Inoltre, «appare evidente come non vi fosse alcun elemento per giustificare una condotta di quel tipo, che quindi viene posta in essere nonostante l’assenza di un motivo valido, utilizzando quella discussione nata fuori ad un locale come mero pretesto per aggredire. (…) Il movente della condotta è così banale che si può senz’altro osservare come un “non movente”». Adesso si attende la prossima udienza, che avrà luogo lunedì 4 luglio, prima della quale i pm hanno richiesto l’ergastolo per i due fratelli e 24 anni a testa per i coimputati Francesco Belleggia e Mario Pincarelli

Maria Claudia Merenda

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