L’orrore di immagini e video scambiati su Telegram. Tra gli arresti per abusi su minore coinvolti uomini provenienti da Brescia, Bologna, Roma, Napoli e Sicilia. Fra le riprese fatte di nascosto, colti sia momenti intimi che atti sessuali.
Gli abusi
Diversi uomini e padri di famiglia hanno creato su Telegram un gruppo intitolato “Famiglie da abusi”. E’ questo il luogo dell’orrore e degli scempi dove atti sessuali forzati e violenze su minori vengono esibiti fra uomini di una certa età, per soddisfare i loro desideri malati. Padri che filmano i componenti della propria famiglia, figli compresi, mentre subiscono abusi e poi frame riportati in rete. Foto e video su un social come Telegram che di privacy ne tutela fin troppa, permettendo per lungo tempo uno scambio pedopornografico. Sono cinque gli arresti da parte del Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni attraverso il Centro Nazionale di Contrasto alla Pedopornografia Online.
Padri coinvolti
Tracce informatiche e indagini approfondite hanno portato ad una prima perquisizione in territorio romano. Nell’abitazione dell’uomo arrestato era presente una grande quantità di materiale pedopornografico da cui è scattato un effetto domino di arresti, dopo la scoperta del gruppo su Telegram. Da qui, scattate le manette per un imprenditore bolognese, un dipendente del Comune di Napoli e per giovane napoletano che condivideva le proprie fantasie sessuali su minori. Una misura cautelare della custodia in carcere è stata voluta per un uomo di Brescia, accusato per sfruttamento sessuale di minori e indagato per violenza sessuale ai danni della propria figlia.
Denunciati anche un siciliano e un romano che intratteneva conversazioni a sfondo pedopornografico e scambiava contenuti illeciti con il primo indagato. Fra le conversazioni presenti anche consigli ed istruzioni su come adescare sessualmente un minore. La Procura della Repubblica di Messina ha richiesto una custodia cautelare in carcere per il siciliano che abusava della propria figlia, costringendola a subire rapporti sessuali per poi condividere foto e video con terzi.
Scritto da Simonetta Chiariello.