Pamela Mastropietro ottiene giustizia: la Procura condanna il suo ex fidanzato a 3 anni di reclusione
Ergastolo per l’assassino e 3 anni per l’ex fidanzato: ecco le pene della giustizia italiana nei confronti del caso di Pamela Mastropietro
Condannato a tre anni di reclusione con rito abbreviato l’ex fidanzato di Pamela Mastropietro. La notizia arriva dalla Procura di Roma che aveva chiesto sei anni di reclusione per Claudiu Nitu, 22 anni, ex fidanzato della Mastropietro, accusato anche di circonvenzione di incapace.
Il caso riguarda una storia iniziata nel settembre del 2016 e che per 10 mesi ha visto protagonisti i due giovani innamorati. Il 22enne, di origini rumene, cedeva eroina a Pamela, causandole una vera e propria dipendenza.
La giovane è stata uccisa e fatta a pezzi nel gennaio del 2018 a Macerata. Una porte barbara avvenuta dopo la fine della storia d’amore con Nitu. Per la cessione di droga, proprio nella giornata di ieri, il 22enne è stato condannato a 3 anni di reclusone con tentata induzione alla prostituzione per aver anche tentato di convincere la Mastropietro ad avere rapporti intimi con uno spacciatore, in cambio di eroina.
La Procura aveva chiesto sei anni di reclusione per Nitu ritenendo l’imputato colpevole anche di circonvenzione d’incapace. Pare, infatti, che inducesse Pamela a rubare oggetti da casa per comprare la droga. Tuttavia per questo reato il gup ha assolto il 22enne.
La sentenza di ieri arriva a distanza di 4 giorni da quella con cui la Corte d’assise d’appello di Ancona ha confermato l’ergastolo all’assassino della giovane donna: Innocent Oseghale. Il nigeriano, responsabile dell’omicidio barbaro di Pamela, corrisponde all’incrocio con la morte, avvenuto con la ragazza, in seguito alla fuga dalla comunità di recupero di Corridonia (Macerata) dove avrebbe dovuto curarsi.
Nella fuga incontra Oseghale che le provoca la morte e la sua “deficienza psichica provocata dall’uso di stupefacenti” ha ottenuto altrettante giustizia. I due uomini che le hanno rovinato la vita adesso pagheranno le pene previste dalla giustizia italiana.