L’Italia ancora in zona rossa, ci costringe per la seconda volta di seguito a trascorrere la Pasqua a casa. Le restrizioni dovute al perdurare della pandemia continuano a piegare l’economia del nostro paese. Tra i settori più colpiti dalle chiusure e restrizioni senza dubbio c’è la ristorazione.
Un anno di serrande abbassate e cucine ferme hanno portato alla definitiva chiusura di centinaia di attività nella capitale. I ristori arrivano a singhiozzo e di certo non garantiscono il futuro. Così Elisabetta Girolami del ristoro Degli Angeli ha deciso di non mollare e lavorare seppur poco piuttosto che stare chiusa. Quindi ecco l’idea, il pranzo di Pasqua d’asporto.
Pasqua a casa, ecco il pranzo d’asporto

D’altronde il pranzo di Pasqua ben si presta all’asporto e le famiglie sono ben disposte a concedersi un giorno di relax per restando a casa. Quindi ieri Elisabetta ha messo in funzione la cucina del suo ristorante alla Garbatella. Le richieste per il pranzo d’asporto sono arrivate a decine tanto che ha dovuto interrompere le prenotazioni.
Elisabetta ha organizzato un menù a prezzo fisso a 40 euro a persona. Gli antipasti sono unici e vanno dalla vignarola alle zucchine ripiene fino alla frittatina di asparagi. Per il primo e il secondo, invece, si può scegliere tra la lasagna con i carciofi e le crespelle con funghi e burratina e tra l’abbacchio al forno o lo sformato di patate.
Le cifre

“Restare aperti significa anche dare un segnale. È chiaro che con tutta la buona volontà non potremmo mai raffrontare questa Pasqua a quella del 2019 ma è un segnale per noi, per non arrenderci, e per i clienti nel fargli capire che ci siamo”.
“A conti fatti un ristorante su tre è già a lavoro, si tratta di almeno 4 mila attività che lavoreranno nel giorno di Pasqua e in quello di Pasquetta. Il giro d’affari si può contare intorno ai 5 milioni di euro. Naturalmente è nulla rispetto a quello che si sarebbe potuto guadagnare in una normale Pasqua pre-Covid ma rappresenta una piccola boccata di ossigeno soprattutto per i ristoranti“. Queste le parole di Sergio Paolantoni a capo della Fipe Confcommercio.
Le pasticcerie e le food box

Ma ci sono altri rami e settori della ristorazione che stanno avendo un buon riscontro. Le pasticcerie ad esempio registrano un 5% in più sugli ordinativi rispetto allo scorso anno. Mentre stanno sicuramente prendendo piede le “Food box“, letteralmente le scatole con pietanze già pronte o con prodotti freschi vendute a fine giornata a prezzi super convenienti. Al The meat market di piazza Bologna ad esempio si può scegliere tra la colazione o il pranzo pasquale.
Prezzi diversificati a seconda della scelta: per la prima (30 euro per due persone) si riceve a casa o si può andare a ritirare una box contenente ad esempio frittata di carciofi, torta pasqualina, casatiello, pizza al formaggio, uova sode colorate, Colomba, corallina e provolone, ovetti di cioccolato. Per il pranzo (a 45 euro a persona) largo alla tradizione. Anche al San Lorenzo di Enrico Pierri la Pasqua è scandita dal delivery e dall’asporto.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Pranzo pasquale) photo credit: arredamento.it