La Roma ha brindato alla prima vittoria in campionato della stagione. Alla “Dacia Arena” di Udine, la compagine di mister Paulo Fonseca è riuscita a piegare, a fatica, i padroni di casa dell’Udinese allenato da Luca Gotti interrompendo la piccola serie negativa. In tre partite di Serie A, infatti, i giallorossi avevano raccolto solo un punto dal pareggio interno contro la più quotata Juventus. Questo inizio complicato di stagione ha consacrato, se mai ce ne fosse stato bisogno, il grande talento di Pedro, calciatore iberico arrivato a costo zero dal Chelsea che ha griffato, con una magia, il primo acuto in massima serie della Roma formato 2020/21. Eppure, incredibilmente, l’avvento in Italia del classe 1987 è passato (quasi) sottotraccia, oscurato da un repentino passaggio proprietario che ha portato Dan Friedkin al timone della società romanista. Un vero delitto “vendicato” dalle prestazioni eccezionali del giocatore iberico che, nel massimo silenzio, si sta prendendo progressivamente le luci della (nuova) ribalta.
Alla conquista della Serie A: Pedro si è già preso la Roma
Al 55′ del secondo tempo della partita Udinese-Roma, molto probabilmente, la totalità degli appassionati di calcio ha (ri)scoperto quanto Pedro da Santa Cruz de Tenerife sia ancora un calciatore straordinario in grado di fare la differenza. Le avvisaglie, per i più attenti, si erano ammirate nelle sfide con Hellas Verona, poi persa a tavolino, e nel big-match contro la Juventus di Andrea Pirlo. Ad Udine, però, lo spagnolo ha impreziosito la sua ottima, solita, prestazione prendendosi la palma del “match winner” siglando una rete straordinaria. Recupero palla, corsa, spalle abbassate e tiro secco, a giro, dalla distanza che toglie la ragnatela dall’incrocio dei pali di Juan Musso. Il tutto realizzato con una naturalezza disarmante: la normalità di un campione pronto a prendersi sulle spalle i suoi nuovi compagni di squadra. A fine partita, ai microfoni di DAZN, il calciatore iberico non si è nascosto, certificando quanto per lui sia consueto giocare per vittorie e trofei:
“Sono contento per il gol, la squadra e i tre punti. Abbiamo fatto una buona partita, una soddisfazione soprattutto per la squadra. Il cuore come esultanza? Per la mia fidanzata, la famiglia e i figli. Poi il cuore alzato verso il cielo per una persona scomparsa di recente. È stata una partita difficile perché l’Udinese è stata molto compatta, ma siamo contenti di aver trovato i tre punti. Adesso testa alla prossima partita, perché la Roma gioca sempre per vincere. Sono contento di essere qui, con questi giocatori. Abbiamo l’obiettivo di vincere sempre, pensiamo partita dopo partita per raggiungere lo scudetto o la qualificazione alla Champions”.
Dichiarazioni che dalla parti di Trigoria, ma non solo, fanno un certo effetto: per gli organi d’informazione e per la maggior parte dei tifosi romanisti, la Roma quest’anno sarà relegata ad un ruolo da comprimaria che dovrebbe, durante lo svolgimento della stagione, allontanarla dalla possibilità di competere per un posto nella prossima Champions League. Previsioni, quindi, capaci di cozzare fragorosamente con le dichiarazioni di Pedro. È proprio da queste parole che Paulo Fonseca, lo spogliatoio e la società dovranno ripartire: la normalità del campione spagnolo messa al servizio di una squadra che, faticosamente, rincorre un obiettivo che per molti è un’aberrazione della realtà.
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