Le misure di contenimento annunciate e quelle attuate attorno ai cassonetti di Roma nord per combattere la presenza dei cinghiali e la conseguente peste suina non bastano. I cittadini protestano: proposta una class action e rimborso della Tari.
Peste suina: inutili le misure anti-cinghiali a Roma nord, i cittadini protestano
Il 17 maggio il commissario straordinario Angelo Ferrari aveva firmato un’ordinanza per la chiusura dei punti di collegamento tra la zona infetta e l’esterno. Il 9 maggio il Municipio XV aveva addirittura fatto installare le prime recinzioni intorno ai cassonetti di via Italo Panattoni, al confine col parco dell’Insugherata. A quanto pare però, a Roma nord i cinghiali continuano a muoversi indisturbati, attirati proprio da quei rifiuti lasciati attorno alle recinzioni da qualche cittadino incivile. In zona Cassia, dal Fleming a Vigna Clara fino a Tomba di Nerone, la situazione per i residenti è esasperante.
I cittadini testimoniano continuamente la presenza dei cinghiali nelle strade con foto e video che vengono poi diffusi via social, ma nelle ultime 48 ore, come riporta il Corriere della Sera, sembra che sia scattato qualcosa in più. In un gruppo WhatsApp di circa 200 cittadini sono iniziate ad arrivare proposte per class action e di rimborso della Tari e di una protesta sotto la sede municipale di Saxa Rubra.
Uno degli utenti commenta così la vicenda: “Così non si può più andare avanti, sta per diventare una ‘emergenza colera’. C’è una partecipata pubblica che non fa quello che deve fare e intanto noi paghiamo. Non mi piace invitare alla disobbedienza tributaria, ma io sto pensando di non pagare più la tassa sui rifiuti”.
Giamila D’Angelo
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