Il Campidoglio è pronto ad arginare l’emergenza legata alla peste suina. Il piano prevede particolare attenzione verso i cassonetti dei rifiuti e una sorveglianza rafforzata delle zone più a rischio.
Peste suina: in attesa di risposte sui cadaveri dei cinghiali trovati dopo il caso zero
Come riportato da RomaToday, dopo il caso zero ritrovato nel parco dell’Insugherata lo scorso 5 maggio, sarebbero ora 14 i cadaveri dei cinghiali. Due sarebbero i casi sospetti tra questi, ritrovati nello stesso parco, e ora l’Istituto zooprofilattico di Perugia sta analizzando campioni per arrivare ai risultati finali.
Tanto basterebbe comunque a dare l’allarme e a far decidere al Campidoglio di attuare un piano per arginare il rischio di un dilagamento della peste suina. Martedì 10 maggio si sono riuniti il dipartimento Tutela ambiente e Lavori pubblici del Campidoglio, Regione Lazio, polizia locale, protezione civile e i referenti dei municipi XII, XIV e XV, quelli più a rischio, per discutere delle attuazioni del piano di sicurezza contro l’emergenza della Psa.
Cosa prevede il piano
Particolare attenzione è rivolta ai cassonetti dei rifiuti, i quali attirerebbero spropositatamente i cinghiali. Le possibilità studiate per far fronte a questo problema sembrerebbero essere al momento tre: spostare dove possibile i cassonetti dalla strada all’interno dei cortili condominiali, sostituire i secchioni in plastica con quelli in metallo più difficili da rovesciare per gli animali, oppure istituire fasce orarie con camion e operatori Ama per la raccolta dei rifiuti.
Inoltre, a partire da oggi, Ama effettuerà dei sopralluoghi con sorveglianza rafforzata nelle zone più a rischio per poter valutare gli interventi più adeguati. Come riporta RomaToday, sarebbero 500 le postazioni di cassonetti mappate, di cui 300 quelle considerate “emergenziali”. L’azienda si impegna ad informare i cittadini sull’andamento della vicenda con cartelli che indicheranno i nuovi divieti e i cambiamenti legati alla raccolta dei rifiuti.
Il Campidoglio sta lavorando nella volontà di escludere definitivamente l’ipotesi di abbattimento degli ungulati, opzione inizialmente valutata provocando non poche proteste da parte di gruppi ambientalisti.
Giamila D’Angelo
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