Gianmarco Pozzi, il campione di kick boxing che la mattina del 9 agosto è caduto da un muretto di 3 metri sull’Isola di Ponza, sarebbe stato ucciso. E’ il professor Vittorio Fineschi, perito scelto dalla famiglia del pugile, a confermarne ufficialmente l’omicidio.
Gianmarco Pozzi non è caduto accidentalmente
La mattina dello scorso 9 agosto, il 28enne Gianmarco Pozzi è morto dopo un volo da un muretto di oltre tre metri, mentre si trovava a Santa Maria, sull’isola di Ponza. Il giovane pugile è stato prima schiacciato contro il muretto, picchiato a sangue e poi scaraventato nell’intercapedine tra due abitazioni. La perizia di parte, firmata dal professor Vittorio Fineschi, direttore dell’Istituto di medicina legale dell’università Sapienza, smentisce l’ipotesi di una caduta accidentale, confermando l’omicidio e l'”Azione di una terza persona“. Oggi inoltre, l’avvocato Fabrizio Gallo, che assiste la famiglia di del giovane pugile, depositerà il documento di 116 pagine dal pm Beatrice Siravo della procura di Cassino, che pochi giorni dopo la tragica fine del 28enne aveva aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio volontario.
Le dichiarazioni del professor Fineschi
In merito al coinvolgimento di una terza persona nell’omicidio di Gianmarco, scrive il professor Fineschi nel documento redatto sulla base di numerose fotografie del cadavere, di relazioni medico-legali e di verbali dei testimoni: “Si può presumere che la morte violenta di Pozzi abbia tutt’altra patogenesi lesiva (rispetto alla caduta autonoma, ndr), essendo ben suffragata l’ipotesi dell’azione di terza persona che dopo una colluttazione sia riuscita a costringerlo contro il muretto sopra il corridoio fra le abitazioni così da provocarne la precipitazione e il conseguente grave complesso lesivo pluridistrettuale (a testa, collo e torace, ndr) che è la causa della morte“.
Inoltre, le ferite riportate da Gimmy sulla schiena non sono palesemente provocate da una semplice caduta. Queste sarebbero da collegare, secondo il professore, “Con il suolo e gli arbusti presenti” lungo il tragitto dalla casa del pugile al luogo dove è stato trovato morto. E’ da escludere pertanto, afferma il professore “L’ipotesi che Pozzi abbia attraversato in piena corsa e in preda da agitazione da cocaina” quel terrazzamento lungo via Staglio, “Per poi urtare il muretto con le cosce, l’addome e cadendo infine a capofitto nel sottostante corridoio“. Per quanto riguarda la tesi che il ragazzo fosse sotto l’effetto di sostanze stupefacenti, come riferito da amici e coinquilini, conclude il perito: “Nessun rilievo di carattere tossicologico permette di affermare che sia deceduto in preda ad episodio di intossicazione acuta da cocaina inquadrabile in quella che viene descritta come ‘excited delirium syndrome'”.
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