La protesta della vernice rossa sta a simboleggiare il sangue versato dai connazionali.
La protesta contro l’ambasciata Russa
Attuata la ribellione alle prime luci di lunedì mattina davanti alla sede diplomatica che si trova a Castro Pretorio, contro l’ambasciata della Russia a Roma. A lanciare la vernice contro il portone d’ingresso è stato un cittadino ucraino. Dopo aver effettuato il gesto come segno di dissenso a ciò che sta succedendo in Ucraina, l’uomo si è fermato davanti l’ambasciata e non ha tentato la fuga. Il messaggio è molto chiaro: il fine è quello di denunciare le operazioni militari russe e mostrare ai diplomatici l’orrore della guerra.
Il perchè della forma di ribellione
Tutto si è svolto intorno alle ore 6:30 dell’11 aprile in via Gaeta. Lanciato il secchio di vernice rossa contro l’ambasciata, che è la stessa che ha imbrattato parte dell’ingresso del palazzo diplomatico. A fermare il fautore sono stati i soldati dell’esercito italiano dei granatieri di Sardegna. Essi sono in presidio fisso nell’ambito dell’operazione strade sicure in via Gaeta.
Allertata subito la Polizia e l’uomo, cittadino ucraino incensurato residente nella Capitale, ha spiegato le motivazioni del suo gesto di protesta contro la guerra. Ha spiegato che il colore rosso della vernice era un chiaro rimando al sangue versato dall’Ucraina nella guerra in corso con la federazione Russa. Successivamente accompagnato negli uffici del commissariato Salario di polizia, si sa che la sua posizione è al vaglio dell’autorità giudiziaria.
Episodi del genere si sono già verificati
Non sono nuovi eventi come questo. Sono già capitati episodi simili in cui secchiate di vernice rossa sono state ripetutamente gettate all’ingresso delle ambasciate. Lo stesso vale per le sedi diplomatiche. Non a caso all’esterno di alcune sedi diplomatiche sono comparse numerose scritte realizzate con le bombolette spray. Alcune di queste recitano “nazisti”, “sangue sulle vostre mani” e “f**k Russia”.
Ylenia Iris
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