”Pupo di zucchero” inaugura la nuova stagione del Teatro Argentina: in scena dal 18 ottobre

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La nuova Stagione del Teatro Argentina si inaugura con Pupo di zucchero martedì 18 ottobre con una delle artiste più apprezzate e premiate d’Europa, Emma Dante.

Pupo di zucchero, al Teatro Argentina dal 18 al 30 ottobre

Pupo di Zucchero Teatro Argentina
Photo Credits: Ivan Nocera

La nuova Stagione del Teatro Argentina si inaugura martedì 18 ottobre con una delle artiste più apprezzate e premiate d’Europa, Emma Dante, creatrice di un teatro inconfondibile agito sul corpo degli interpreti e attraversato da una poetica di tensione per esplorare la marginalità dell’esistente e l’umanità più terrigna, come nell’opera Pupo di zucchero in scena fino al 30 ottobre.

Una favola barocca di solitudini e morte tratta da Lo cunto de li cunti di Giambattista Basile, che già ispirò La scortecata nel 2017, per celebrare la memoria dei defunti attraverso le loro esistenze passate e la pienezza della vita. Scritto e diretto da Emma Dante, lo spettacolo racconta la storia di un vecchio che nella notte fra l’uno e il due novembre, per sconfiggere la solitudine, invita a cena, nella loro antica dimora, i defunti della famiglia.

Lo spettacolo tratto da una fiaba di Giambattista Basile

Nel giorno dei morti il vecchio, solo in una casa vuota, alle prese con i propri ricordi, è intento nella preparazione del tradizionale “pupo di zucchero”: con acqua, farina e zucchero, prende forma una statuetta antropomorfa dipinta con colori vivaci. In attesa che l’impasto lieviti, l’uomo richiama alla memoria la famiglia di morti e la casa si riempie di ricordi e di vita con:

«mammina, il giovane padre disperso in mare, le sorelle Rosa, Primula e Viola, Pedro dalla Spagna che si struggeva d’amore per Viola, zio Antonio e zia Rita vittima delle sue “mazzate”, Pasqualino il figlio adottivo – racconta la regista – secondo la tradizione in alcuni luoghi del Meridione c’è l’usanza di organizzare banchetti ricchi di dolci e biscotti in cambio dei regali che, il 2 novembre, i parenti defunti portavano ai bambini dal regno dei morti. Durante il rituale, in quella notte, la cena era un momento di patrofagia simbolica; nel senso che il valore originario dei dolci antropomorfi era quello di raffigurare le anime dei defunti. Cibandosi di essi, era come se ci si cibasse dei propri cari».

Così, impastando una fiaba di Giambattista Basile assieme a un’antica tradizione meridionale, Emma Dante crea il suo Pupo di zucchero da offrire ai defunti, dolce simbolico dell’antica credenza radicata nel Sud Italia dal potere di richiamare, nella notte del 2 novembre, i fantasmi dei propri cari venuti a trovare coloro che sono rimasti: un momento che diviene celebrazione della morte e festa della vita attraverso uno spettacolo inebriante e vitale, che accompagnerà gli spettatori nel mondo dei morti che, come visioni della vita passata, si trasformano da messaggeri del dolore in guardiani delle esperienze che testimoniano.

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