A fuggire un ragazzo di 24 anni detenuto per aggressione, riesce a sfuggire per la seconda volta alla polizia.
Detenuto evaso dall’ospedale Pertini
Si trovava all’ospedale Pertini quando a poco più di un anno dalla fuga dallo stesso ospedale, un ragazzo di 24 anni evade nuovamente. A dare la notizia sono stati i sindacati della polizia penitenziaria. Il detenuto, era ricoverato nel reparto psichiatrico per aggressione alla stazione di Ponte Mammolo. In un momento di rabbia aveva lanciato vari oggetti tra cui un estintore contro treno e binari della stazione. Il ragazzo era anche il fratello di Simone, ventitreenne morto per un colpo di pistola da parte di un poliziotto all’Albuccione mentre effettuava una rapina.
Situazione sistema Penitenziario
Di seguito le parole di Gennaro De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia Penitenziaria “Non conosciamo ancora l’esatta dinamica dell’evento e non sappiamo valutarne le cause, ma certamente anche questo accadimento è fortemente sintomatico dello stato patologico del sistema penitenziario di cui noi abbiamo fatto più volte la diagnosi e persino suggerito la terapia, ma rispetto al quale non si hanno risposte dalle istituzioni preposte, in questo caso rappresentate dalla politica, dal ministero della Giustizia e dal Governo”.
Continua “peraltro la circostanza del ricovero in un reparto psichiatrico sembra tendenzialmente confermare da un lato la pericolosità sociale dell’evaso, ma dall’altro anche il fatto che il luogo di custodia con ogni probabilità non dovrebbe essere il carcere, laddove non è evidentemente possibile allo stato attuale fornire le cure adeguate. Tutto questo non lo si può risolvere semplicemente associando l’infermo al penitenziario per poi trasferirlo in carcere e sottoporlo a piantonamento della polizia penitenziaria, con tutto ciò che ne deriva per la sicurezza, i costi economici e soprattutto sociali laddove quello descritto non sembra certo il percorso di recupero ideale”.
La situazione Sanitaria delle carceri secondo un recente studio mostra che almeno una patologia è presente tra il 60-80% dei detenuti. Con il 48% troviamo le malattie infettive. Seguono i disturbi psichiatrici 32%, le malattie osteoarticolari 17%, quelle cardiovascolari 16%, problemi metabolici 11% e dermatologici il 10%.