Manca un voto all’opposizione per ottenere la mozione di sfiducia al vicesindaco di Roma che ha ignorato la questione ZTL dalla quale nasce la richiesta di sfiduciarlo. Il voto raggiunge i requisiti, ma la maggioranza capitolina si mostra debole e al limite delle forze
Mozione di sfiducia al Vicesindaco di Roma non raggiunge l’approvazione, ma la maggioranza resta debole con i 19 contro 20 favorevoli
Battaglia all’ultimo voto nella sala consiliare dell’amministrazione di Roma che ha respinto, per poco, le mozioni di sfiducia al vicesindaco della Capitale.
Pietro Calabrese, infatti, è sotto attacco per non aver tenuto conto della volontà dell’aula che chiedeva la riapertura della ZTL fino alla fine del mese di aprile. A realizzare tale richiesta furono Pd, FdI e Lega.
La parità tra maggioranza e opposizione al voto ha costretto la Sindaca Virginia Raggi a partecipare alla seduta. Ad essere favorevoli alla mozione risultano in 20 mentre in 19 sarebbero i contrari, ma i quattro astenuti e i due che non partecipano al voto causano il blocco del lasciapassare alla mozione per cui servirebbe una maggioranza pari alla metà+1.
Il sistema elettivo con risultato un voto più politico che di altro genere fa rasserenare gli animi della maggioranza che afferma:
“L’ennesima pantomima di un’opposizione strumentale e priva di iniziative importanti per Roma. Dovrebbero lavorare di più e scrivere meno documenti senza senso“- afferma in un post Paolo Ferrara (M5S).
“I contrari alla nostra mozione erano soltanto 19, ricordo che quando votammo la sfiducia a Margherita Gatta (ex assessora ai Lavori pubblici) erano 26 – sottolinea il capogruppo dem, Giulio Pelonzi – È evidente che la maggioranza non esiste più“.
Ad esprimersi in merito è anche la Sindaca stessa, attraverso un post su Facebook. La Raggi ammette di aver ricevuto numerose pressioni ed offerte alternative per convincerla a farsi da parte.
“Il confronto deve essere sui temi e sui programmi, finora si è parlato solo di poltrone“.
Serafina Di Lascio