L’ultimo Dpcm del 5 novembre ha ridotto la capienza dei mezzi pubblici dall’80% al 50% e ciò ha nettamente cambiato la situazione soprattutto nelle grandi città. A Roma, ad esempio, si è verificata una ressa soprattutto nelle ore di punta su bus e metro. Infatti, i pochi mezzi su strada non riescono a contenere tutti gli utenti che sfruttano ogni giorno il trasporto pubblico.
Roma, ressa sui mezzi: bus e metro pieni
Assembramenti, ressa e affollamento sui mezzi pubblici di Roma: su bus e metro è difficile rispettare la capienza al 50% nelle ore di punta. Infatti, l’utenza è elevata e le corse sono troppo poche per poter garantire un servizio efficiente a tutta la popolazione.
Nonostante non vi siano controlli per verificare che i mezzi non siano sovraffollati, l’Atac ha esposto un cartello: “Non salire se non sei in grado di mantenere la distanza”. La discrezione e il senso civico degli utenti, però, sembrano purtroppo non funzionare.
E così alle 8 del mattino sulla linea metropolitana A della Capitale le persone sgomitano per scendere alle fermate e i corridoi dei mezzi sono pieni. Tutti sono appiccicati e mantenere la distanza interpersonale di almeno un metro diventa pressoché un sogno. Diversa è la situazione alle 10 del mattino, quando i mezzi sono nettamente più vuoti. Ma per chi deve rispettare gli orari di ufficio è impossibile modificare le abitudini.
Il parere di un macchinista
“Chi raccoglie i dati continua a sostenere che ci sia molta meno gente del solito in giro – ha detto un macchinista dell’Atac -. Questo è vero perché in generale gli accessi si sono ridotti, ma il punto è un altro. Non si può fare una statistica complessiva, bisognerebbe concentrarsi soprattutto sulle ore calde, la mattina presto o la sera verso le sei: è in quel momento che andrebbero incrementate le corse altrimenti gli assembramenti ci saranno sempre. Altro che 50 per cento di capienza“.
Durante il primo giorno dall’entrata in vigore del nuovo Dpcm, dunque, a Roma la situazione è insostenibile. Anche i vigili urbani presenti sulla banchine hanno spiegato: “Non è nostro compito” vigilare sul distanziamento e sulla capienza dei mezzi. “Noi non possiamo neanche obbligare le persone a indossare la mascherina – hanno aggiunto -. Dovrebbero essere i controllori dell’Atac a occuparsi di questo, ma non ci sono quindi possiamo affidarci solo al buonsenso delle persone“.