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Marzo 31, 2023, venerdì

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Ricreazione a porte chiuse nella scuola “Giulio Cesare”: no accesso al cortile

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L’area della scuola Giulio Cesare di Roma combacia con un passo carrabile in uso che non permetterebbe ai bambini di trascorrere la ricreazione all’aria aperta. Così gli alunni sognano e disegnano alberi sui muri.

Violazione nella Giulio Cesare

La scuola dell’infanzia Giulio Cesare, in zona Pigneto, risulta adiacente a un passo carrabile di proprietà del Teatro Preneste, utile per lo scarico di attrezzature e materiali di scena. Questo comporta che i bambini della scuola passino la loro ricreazione fra le 4 mura, senza godere dei giardini scolastici e del prato verde. Costretti a giocare nell’auditorium, i piccoli si dilettano a fantasticare alberi e a riportare le loro fantasie sulle pareti della scuola. Nonostante la simpatica soluzione trovata dagli insegnanti, la “situazione è gravissima e viola il diritto dei bambini”, denuncia Valentina Coppola – Consigliera del Municipio V.

L’attacco e la difesa

La denuncia, portata in luce dalla Coppola, sostiene la difesa del tempo ricreativo dei bambini trascorso all’aria aperta. “Nella suddetta scuola gli alunni hanno uno spazio esterno non sufficiente alle loro esigenze e non possono accedere allo spazio verde, poiché il passo carrabile è in uso al Teatro Preneste. I piccoli, non potendo accedere a uno spazio naturale, hanno lavorato di fantasia per compensare questa mancanza, disegnando prati e alberelli. Questa situazione viola il diritto dei bambini di poter giocare in spazi verdi e rappresenta un ostacolo all’applicazione dei recenti provvedimenti governativi in materia di outdoor education”.

Dopo l’arringa della Consigliera, la difesa replica: “Abbiamo utilizzato l’accesso da via Conte di Carmagnola qualche volta per caricare e scaricare i materiali di scena, ma quello spazio è accessibile e pienamente fruibile da tutti, soprattutto dai bambini. Quando c’è stata la possibilità di incrociare le scolaresche, ci siamo preoccupati di aspettare che rientrassero in classe o abbiamo chiesto alle maestre di permetterci di far uscire le macchine e allontanare i bambini. A questo punto deduciamo che il problema non sia tanto lo spazio, ma quello che facciamo: la dirigente scolastica non ci vuole“.

Simonetta Chiariello.

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