Rieti sotterranea. Passeggiando per l’odierna e centrale via Roma in pochi sanno di camminare su un piano rialzato. Sotto il piano di calpestio si apre infatti un mondo straordinario costituito da volte, architravi, antichi vicoli, che conduce al viadotto romano. Ampi ambienti, resti di una poderosa costruzione realizzata dai romani per evitare l’impaludamento dell’importante via consolare.
Conquistata insieme al resto della regione sabina, nel 290 a.C. da Manio Curio Dentato, Rieti era anticamente occupata da un grande bacino. Le sue acque appartenenti al fiume Velino ricche di sostanze minerali, hanno nel corso dei secoli incrostato le rocce. Questo processo nel tempo ha creato una barriera travertinosa che impediva il deflusso delle acque a valle. Per ovviare all’impaludimento e al tempo stesso sfruttare la ricchezza rappresentata dall’abbondanza delle acque presenti in zona i romani crearono un viadotto sotterraneo ad arcate.
Rieti sotterranea e il viadotto romano

La struttura inglobata nei sotterranei di alcune dimore patrizie reatine è formata da grandiosi fornici romani. Questi, costruiti con enormi blocchi squadrati di travertino erano a sostegno del piano stradale. Nei sotterranei di palazzo Napoleoni, attraversando locali di epoca seicentesca, quattrocentesca e medievale, si giunge ad uno dei fornici del viadotto romano che presenta una larghezza di 5,40 m, un’altezza di 3,40 m ed una profondità di 7,10 m.
L’insieme degli ambienti, la perfetta conservazione degli archi e gli importanti lavori eseguiti negli anni, permettono il collegamento con palazzo Vecchiarelli. L’edificio disegnato dall’architetto Carlo Maderno custodisce luoghi ricchi di fascino e storia. Questi si sviluppano sotto la corte interna caratterizzata da una bella fontana e quinte sceniche e per questo considerata il “teatro di pietra” della città di Rieti.
Il teatro di pietra e le sculture sonore

Come un pozzo di origine medievale ancora funzionante ed un balcone sostenuto da mensole di pietra. Percorrendo il vicolo Coarone inglobato nei sotterranei del palazzo si possono osservare le “sculture sonore” dell’artista Immacolata Datti. Il vicolo è collegato al cortile ed ai piani alti di palazzo Vecchiarelli, attraverso un’artistica scala elicoidale progettata da Francesco Borromini, nipote di Carlo Maderno.
Con accesso sulla via del Porto si trova il magazzino di casa Parasassi ed i sotterranei di Palazzo Rosati Colarieti. Da qui è possibile ammirare parte del viadotto con fornici seminterrati. Inoltre un imponente muro mostra il piano di inclinazione della via consolare dalle rive del fiume Velino fino alla rupe di travertino dove si era sviluppato il primo nucleo abitativo della città.
di Loretta Meloni
immagine di copertina (Rieti sotterranea) photo credit: visitlazio.com