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Rifiuti a Roma: il termovalorizzatore e il peso delle parole

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Quello dei rifiuti è un problema estremamente attuale e sentito, specie nelle grandi città. Per questo motivo, l’amministrazione Gualtieri ha deciso di costruire a Roma un termovalorizzatore, nel tentativo di risolvere almeno in parte la situazione.

Il progetto, però, conta numerosi detrattori, primo fra tutti il Movimento 5 Stelle, che accusano questo tipo di tecnologia di essere arretrata e non necessaria ai fini della risoluzione del problema.
Però molti degli impianti di smaltimento dei rifiuti, anche di molte città europee prevedono la presenza di un termovalorizzatore.

Termovalorizzatore a Roma: perché non è un “inceneritore”

La forma principale di opposizione utilizzata da chi non crede nel progetto di costruzione di un termovalorizzatore sono le parole.
Le forze di opposizione, infatti, si riferiscono all’impianto chiamandolo “inceneritore”, evocando l’immagine più distruttiva di una “bocca” di fuoco e di colonne di fumo nero.
In realtà il termovalorizzatore prevede la trasformazione di scarti, opportunamente selezionati, in energia, con l’innesco di un circolo di ricambio.
Un’immagine diversa rispetto a quella “canonica”.

In molte città d’Europa, che presentano già impianti con termovalorizzatori attivi, inoltre, la struttura si presenta come un luogo non solo centrale, ma anche circondato da parchi, aree versi o addirittura impianti sciistici, come nel caso di Copenhagen.


Giulia Guglielmetti
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