L’ Anac interviene a seguito di un esposto del Codacons. Per l’Autorità Anti Corruzione è tutta colpa di “una carente attività di programmazione a monte del servizio stesso, relativamente alle infrastrutture deputate al trattamento dei rifiuti”.
L’Anac, Autorità anti corruzione, si espone in un parere depositato il 28 ottobre in risposta a un esposto del Codacons, associazione dei consumatori. L’ente ripercorre la storia della gestione dei rifiuti a Roma. La Capitale non manca di strade e secchioni colmi di rifiuti, trasformate in ‘mini discariche a cielo aperto’.
Per l’Anac la causa è da ricercare nella “carente attività di programmazione da parte della Regione Lazio e del Comune di Roma”. A questo scenario si aggiunge anche l’incendio del Tmb Salario, di proprietà di Ama, fuori uso dal 2018.
Da una parte dunque, si parla di grave fragilità impiantistica. Dall’altra, si sottolinea come tale criticità sarebbe potuta essere scongiurata attraverso una più attenta programmazione a livello regionale e comunale.
Nonostante ciò, Anac si dimostra fiduciosa rispetto agli ultimi atti amministrativi presi per scongiurare ulteriori crisi, come previsto dal piano industriale di Ama 2020-2024.
Il Codacons risponde con grande entusiasmo ai pareri dell’Anac.
Il presidente Carlo Rienzi: “La decisione dell’Anac assume enorme importanza perchè riconosce le carenze dell’amministrazione comunale e regionale e quelle dell’Ama in merito alla disastrosa gestione dei rifiuti nella capitale, che si è pesantemente aggravata sotto la giunta Raggi. Tale delibera spiana dunque la strada alle richieste di rimborso della Tari per quegli utenti che vivono in zone della città dove il servizio di raccolta dei rifiuti avviene in modo inadeguato e discontinuo, e che possono ora far valere i rilievi dell’Autorità nelle loro legittime richieste.“
