Il piano di pulizia straordinaria del Sindaco, forse, non rispetterà le tempistiche previste. Questo dovuto alle poche adesioni per la task force e le problematiche che riguardano da sempre la Capitale per i rifiuti.
Rifiuti la storia non cambia
Il piano straordinario proposto dal sindaco Gualtieri per ripulire la Capitale dai rifiuti entro Natale sembra ancora lontano. La situazione rimasta invariata è ben visibile in Prati, Tuscolano e Trieste-Salario, dove piccoli cumuli di immondizia sono presenti lungo le strade. Il maltempo che sta colpendo la Regione in questo periodo non aiuta. La pioggia, anzi, peggiora la situazione con allagamenti causati da tombini intasati o rami di alberi nelle strade.
Gli accordi con Mantova e Livorno per smaltire i rifiuti non hanno migliorato la situazione. Il rapporto tra la quantità di scarti che produciamo e l’effettiva capacità di smaltimento non è equilibrato.
Un’altra grande problematica riguarda la task-force. “Al gruppo di intervento straordinario hanno aderito venti persone su base volontaria, una task force che è una goccia nel mare” spiega Marino Masucci, segretario della Fit-Cisl del Lazio.
Lati positivi e negativi
Nonostante tutte queste problematiche la neo assessorati rifiuti, Sabrina Alfonsi, è ottimista e pensa che entro poche settimane si potranno vedere i risultati. “L’impegno di pulire la città entro Natale è in atto, un programma articolato di interventi già pianificati che stanno andando a regime: siamo ottimisti e confidiamo che farà vedere i suoi frutti entro poche settimane”. Continua dicendo “Quest’ultima parte del progetto ha incontrato alcune difficoltà per la concomitanza con lo sciopero nazionale di lunedì scorso, ma soprattutto per le note difficoltà di conferimento dei rifiuti a causa della situazione problematica degli impianti, una situazione addirittura peggiore di quella di cinque anni fa per compensare la quale ci stiamo già muovendo”.
A peggiorare la situazione è una comunicazione dello scorso 22 ottobre dalla Direzione regionale dei rifiuti, dove avvertivano che negli scarti dell’Ato di Frosinone si era rilevata una alta presenza di zinco, superiore a quella permessa dalla legge. Proprio per questo è stato indicato a tutti i Comuni che è possibile trattare solo le frazioni secche derivanti da raccolta differenziata spinta.