Rifiuti, è questo il primo compito che deve svolgere il neo sindaco nella Capitale. L’amministratore unico Zaghis sarebbe verso le dimissioni: era stato scelto dai 5 Stelle. Sono trecento i dipendenti Ama impegnati nei seggi elettorali
Rifiuti, emergenza cronica nella Capitale
Rifiuti, una delle prime emergenze che dovrà affrontare il neo sindaco. Emergenza non nuova, ma che ciclicamente si ripresenta. Lunedì all’Ama era arrivata voce che la Prefettura volesse convocare subito un nuovo vertice perché da agosto, cioè da quando la sindaca uscente Virginia Raggi ha dovuto imporre con un’ordinanza l’apertura della discarica di Albano, nulla è cambiato. Anzi, la situazione è peggiorata anche nelle prospettive: dell’opzione Napoli, che secondo quanto aveva dichiarato l’ex primo cittadino Luigi De Magistris avrebbe accolto una quota di spazzatura romana, nella municipalizzata non hanno saputo più nulla. Insomma, un’ipotesi ventilata ma mai concretizzata. Si attendono a breve le dimissioni dell’amministratore unico di Ama, Stefano Zaghis, nominato dai Cinque Stelle. Un sistema fragile quello della raccolta e degli impianti e infatti in questi giorni tornano a vedersi in città i primi segnali di cedimento. Cassonetti pieni di immondizia, dalla Tuscolana all’Eur, ai quali poi i soliti incivili affiancano anche rifiuti ingombranti, materassi e lavatrici come in via Stilicone e via Santa Maria Ausiliatrice nel VII Municipio. I giri di raccolta rallentano perché sono precari sia gli impianti di trattamento che dovrebbero ricevere i camion in giro per Roma sia le destinazioni finali ovvero le discariche. L’impianto aziendale a Rocca Cencia è commissariato e lavora a scartamento ridotto: non è un caso che i netturbini aspettino ore il loro turno per scaricare. Anche la discarica di Albano, pensata per accogliere più di mille tonnellate al giorno di rifiuti, continua a riceverne più o meno la metà. Intanto i cittadini e il sindaco vigilano e chiedono che venga chiusa al più presto. Dietro l’angolo c’è anche la chiusura dell’impianto di trattamento dell’indifferenziata di Latina e della discarica di Civitavecchia. Inutile negare che queste sono giornate particolari, tra Green Pass divenuto obbligatorio sul posto di lavoro ed elezioni. Sono circa 300 su 7.200 i dipendenti che hanno partecipato al ballottaggio come rappresentanti di lista o scrutatori. Nei prossimi giorni probabilmente si vedrà anche l’effettivo impatto numerico del Green Pass obbligatorio: al momento, dice Ama, solo «poche unità» non l’hanno presentato. Ai sindacati risultano cinque lavoratori trovati senza certificazione verde durante i controlli e altri 20 che hanno comunicato per tempo di non averlo, quindi considerati assenti ingiustificati.
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