È ormai guerra tra la Regione Lazio e il Comune di Roma sulla questione rifiuti. Da una parte il presidente della Regione, Nicola Zingaretti, che minaccia il commissariamento; dall’altra l’assessore ai rifiuti di Roma, Katia Ziantoni, che punta il dito contro la Regione per la chiusura di diversi impianti che non possono essere imputati all’Amministrazione capitolina. “Se Roma, entro i 30 giorni decorsi dall’1 aprile, non rispetterà quanto previsto dall’ordinanza, scatteranno i poteri sostitutivi della Regione Lazio e il commissariamento“, l’ennesima minaccia di Zingaretti che fa seguito a quella avvenuta nel 2019, sempre sul tema dei rifiuti.
Rifiuti a Roma: la risposta dell’assessore alle minacce di Zingaretti
“Le affermazioni del governatore Nicola Zingaretti, giunte subito dopo la chiusura improvvisa della discarica di Roccasecca, sono poco comprensibili”, sottolinea l’assessora ai Rifiuti e al Risanamento Ambientale del Campidoglio Katia Ziantoni. “Avevamo chiesto alla Regione Lazio un tavolo di coordinamento per il breve e medio termine al fine di evitare continue crisi. Il piano pluriennale industriale di Ama, adottato dall’Assemblea Capitolina unitamente al piano di risanamento di Ama, è stato definito nel rispetto di tutte le direttive europee e nell’arco di previsione indicato dal piano regionale dei rifiuti”.
“Nel giro di poco tempo nella Regione Lazio sono state chiuse anticipatamente le discariche di Colleferro e la discarica di Roccasecca. L’ultima inchiesta, che ha travolto la massima dirigente del settore rifiuti della Regione Lazio, riguardava proprio l’iter autorizzativo di uno dei siti di smaltimento e i suoi legami con l’imprenditore proprietario di quel sito”, aggiunge Ziantoni.
“Il commissariamento è soltanto un modo con cui la Regione Lazio sfuggirebbe ulteriormente alle proprie responsabilità, delegando le scelte che spettano alla politica a un soggetto terzo che agirebbe in deroga a ogni normativa”, conclude poi l’assessora.
Vicesindaco a Zingaretti: “Regione già commissariata sui rifiuti”
“Vorrei ricordare che al momento l’unica ad essere stata commissariata è stata la Regione Lazio per la provincia di Latina. Nicola Zingaretti parla di rifiuti e di commissariamento forse perché vuole distogliere l’attenzione sulle assunzioni del Pd e la Concorsopoli in Regione Lazio”. Così il vicesindaco e assessore alla Mobilità della Giunta Raggi, Pietro Calabrese, risponde a Zingaretti con un lungo post su Facebook.
“A dicembre 2019 – ricorda l’assessore – Zingaretti emette una ordinanza in cui minaccia Virginia Raggi di commissariarla sul ciclo dei rifiuti qualora entro sette giorni non venga indicato un sito per la realizzazione di una discarica nel territorio di Roma Capitale. Sarebbe appena il caso di ricordare che da normativa vigente lo stesso Zingaretti aveva l’obbligo di aggiornare il Piano Rifiuti un minuto dopo la chiusura della discarica di Malagrotta avvenuta a ottobre 2013, quindi indicando anche i siti alternativi, che già al tempo erano stati individuati dalla Città Metropolitana”.
“Ma non lo fece, e non lo ha fatto per i sette anni successivi, in cui la Capitale rimaneva ciclicamente in sofferenza perché, se non hai impianti in cui portarli, i rifiuti non si possono raccogliere”. Roma, secondo Calabrese “non aveva alternative sulle discariche non tanto per ideologia quanto perché nella Capitale non esistono siti idonei a soddisfarne il reale fabbisogno. Per Zingaretti evidentemente non era così, e nel dicembre successivo minacciò la Raggi di scegliere un sito, pena il commissariamento”.
Zingaretti, spiega poi Calabrese, “riattiva la minaccia di commissariamento, alla Raggi, se entro il primo maggio non risolve il ciclo dei rifiuti, indicando un nuovo sito per la discarica. E lo fa con la disinvoltura tipica del suo operato, facendo finta che c’è un’inchiesta della magistratura che ha travolto la Regione Lazio”, conclude.
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