L’appuntamento con la rubrica “Rioni di Roma” oggi fa tappa al X, rione Campitelli che comprende i colli del Campidoglio e del Palatino. Tra le varie ipotesi sulle origini del nome quella più accreditata risale già all’epoca medievale. Sembrerebbe derivi da “Capitolum“, il luogo in cui sorgeva il tempio più importante di Roma antica, quello della Triade Capitolina dedicato a Giove, Giunone e Minerva. Alcuni documenti testimoniano i primi insediamenti nella zona già a partire dal XIV secolo a.C. nei pressi del Foro e a sud del Campidoglio. La zona fu da subito sede del governo, degli istituti civili, del Tabularium, l’archivio di Stato.
Il vicino colle Palatino ospitava invece dimore nobili e di rappresentanza, tanto che qui trovò posto la sede imperiale di Ottaviano Augusto. Nel Foro, luogo pubblico per eccellenza, si tenevano cerimonie religiose e si svolgeva la vita pubblica e l’attività politica. Nella zona in prossimità dell’ansa del Tevere ,il Velabro, mitico approdo della cesta con Romolo e Remo, con i Fori Boario e Olitorio, era invece luogo destinato ai mercati del bestiame e degli ortaggi. Nel Medioevo, Roma stravolta dai saccheggi, dall’incuria e da alcuni distruttivi eventi sismici, vide buona parte dei suoi monumenti cadere in rovina. Di molte opere rimasero solo resti colossali, a testimoniare la passata grandezza.

Rione Campitelli simbolo Farnese
Al Foro e sul Palatino sorsero chiese, conventi e fortezze, sul Campidoglio i palazzi delle assemblee popolari. Tra questi il Palazzo Senatorio che s’insediò sui resti del Tabularium. L’unica parte abitata restò quella ai piedi del colle. Qui sorsero le abitazioni di alcuni dei maggiori artisti del ‘500 e del ‘600, come : Michelangelo, oltre che Giulio Romano, Giacomo Della Porta, Pietro da Cortona. Nel ‘500 per volere di Papa Paolo III il Campidoglio fu completamente rinnovato. Incaricato di creare una grandiosa cornice per la vita politica cittadina fu Michelangelo.
L’opera sorse nell’arco di un secolo e vide alternarsi e collaborare più architetti. Ad ultimarla nel XVIII secolo fu Carlo Rainaldi, al quale si deve la costruzione della Chiesa di Santa Maria in Campitelli in assoluto stile Barocco, che diede il nome all’omonima piazza. Questo costituisce l’unico centro civico in Italia di età rinascimentale e la prima piazza progettata, in età moderna, di Roma. Il Papa scelse proprio il Palatino come luogo simbolo per celebrare la grandezza della sua famiglia. Fu qui infatti che realizzò gli orti Farnesiani, giardino di delizie.

Le trasformazioni del rione
Anche sul Campidoglio volle una residenza di svago e per sua volontà sorse la torre belvedere che portava il suo nome. Nel ‘600 il Foro Romano continuò a essere il luogo di pascolo e di commercio del bestiame, restando pressoché inalterato se si eccettua la decadenza dei giardini palatini in seguito all’estinzione dei Farnese. L’aspetto attuale del rione è frutto di una trasformazione radicale iniziata già nell‘800 con l’avvio degli scavi al Foro Romano e sul Palatino. Anche la zona del Campidoglio subì vari stravolgimenti. Tra questi l’erezione del monumento dedicato a Vittorio Emanuele II “Vittoriano” o “Altare della Patria” .
Determinante fu l’avvento del fascismo con la demolizione sistematica di opere dell’età medievale e classica. Esempio emblematico a riguardo è la demolizione di piazza d’Aracoeli e l’apertura del primo tratto della Via del Mare, oggi Via del Teatro di Marcello, come pure demolizione della zona intorno a Piazza della Consolazione. Nel 1933 con l’apertura di Via dell’Impero, venne distrutto anche il caratteristico tessuto di vicoli, di case dimesse e di aristocratici palazzi che lo circondava, sostituito da ampie strade e da una fitta vegetazione mediterranea sulle falde. Queste trasformazioni spesso distruttive subite dal rione Campitelli hanno portato però ad importantissime scoperte archeologiche.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Campidoglio, rione Campitelli) photo credit:Globalist.it