L’appuntamento con i rioni di Roma oggi ci porta alla scoperta del rione Ripa. Costituito il 18 maggio 1743, per volontà di papa Benedetto XIV, nel 1921 però “staccati” dall’antico corpo topografico i rioni di Testaccio e S.Saba, cambiò il suo aspetto. Ripa si affaccia sulle rive del Tevere dove c’era il porto fluviale più grande di Roma chiamato Ripa Grande, da cui deriva il nome. Lo stemma del rione è un timone di nave, in riferimento all’antico porto. Il rione comprende anche l’Aventino e l’Isola Tiberina. Questa, nota col nome di Insula Tiberina, è l’unica isola sul Tevere, ed è collegata alle due rive dal Ponte Cestio e dal Ponte Fabricio, e alla valle Murcia. Qui è individuato il luogo dove iniziò la storia di Roma.
La leggenda pone al Velabro (Arco di Giano), un tempo ricoperto di acque stagnanti, l’approdo di Evandro alle pendici del Palatino, luogo dove Faustulus (un pastore di porci) trovò la cesta con i gemelli Romolo e Remo. Nell’area si insediarono attività commerciali e produttive legate soprattutto al settore alimentare. Sul vicino Vicus Tuscus (borgo etrusco) invece erano presenti mercanti di stoffe e di abiti. Nel tempo, al limite verso il Foro Boario (antico mercato del bestiame), sorse l’arco di Giano, denominato l’Arcus Divi Constantini. Ma la valle è nota anche per la presenza del Circo Massimo. Qui si svolgevano le corse delle bighe e dei cavalli, sport introdotto dagli etruschi Tarquini. All’inizio il circo, lungo quasi mezzo chilometro.

Al rione Ripa sorge il circo Massimo
La costruzione del circo, al tempo in muratura, risale al II secolo a.C. e nel 10 secolo a.C Augusto vi pose l’obelisco che oggi è a Piazza del Popolo. Il circo all’epoca era descritto come una delle sette meraviglie del mondo, capace di contenere 150.000 spettatori. Il circo negli anni subì vari incendi e ricostruzioni. Le ultime gare si svolsero nel 549, quando la sua capienza era arrivata a ben 300 mila spettatori. Persa nel tempo la sua originaria funzione nel 700, sull’enorme spianata del circo, venne messa in funzione la ghigliottina. Il rione Ripa dal punto di vista urbanistico contò varie sconvolgimenti. Il primo degno di nota fu nel 456 a.C., che con la legge Icilia dispose l’intera collina dell’Aventino proprietà pubblica con lo scopo della costruzione di case destinate al popolo.
Solo in età imperiale l’Aventino perse le sue caratteristiche di quartiere popolare e commerciale per trasformarsi in un quartiere aristocratico. Un’altra grande trasformazione avvenne nel IV secolo, con l’avvento del Cristianesimo. Fu allora che la zona conobbe il suo massimo splendore, poiché al posto dei templi pagani sorsero luoghi di culto cristiano e chiese. Le continue inondazioni portarono alla fine dell’ottocento, alla costruzione di muraglioni a protezione della zona. In quell’occasione il Porto di Ripa grande ormai in disuso venne demolito. Stessa sorte toccò alla riva opposta tra il 1924 ed il 1925 dove però si salvarono alcune opere di valore storico e culturale. La prima di queste è il tempio della Fortuna Virile, databile tra II e il I a.C. Identificato come il tempio di Portunus, che è tra i meglio conservati a Roma.

Le bellezze del rione
La seconda, è il tempio di Vesta (perché circolare al pari di quello del Foro Romano), dedicato a Ercole Vincitore (fine II secolo a.C.) e ampiamente restaurato sotto Tiberio. Sempre nella zona rimase intatta anche la fontana dei Tritoni di Carlo Bizzaccheri (1715); difronte la basilica di Santa Maria in Cosmedin (VI secolo), nota per la celebre bocca della verità. Questa venne qui collocata nel 1632 e murata nella parete del pronao della basilica. Si tratta di un grande disco di marmo, in realtà un chiusino d’età classica a forma di mascherone di divinità fluviale. Secondo la leggenda i bugiardi che vi introducono la mano ne escono monchi.
Sulla sommità del colle Aventino inoltre sorge la chiesa di Santa Sabina, una delle basiliche dell’antica Roma meglio conservate. Sul lato est invece si trova una grande villa di proprietà del Priorato di Malta diventata nota nel tempo per una particolare curiosità. Infatti sul portone della facciata principale, dal buco della serratura si può godere di una vista suggestiva, che incorniciata ai lati da fitti pergolati, mette in primo piano la cupola di San Pietro.
di Loretta Meloni