Testaccio è il XX rione di Roma. Compreso tra le mura Aureliane e la sponda est del Tevere è una zona pianeggiante a forma di quadrilatero. Noto come porto fluviale nell’antica Roma, si estende per circa 600.000 mq. Il rione deve il suo nome ad un altura formata da frammenti di anfore, da qui il nome Monte Testaccio o Monte dei cocci. La costruzione della zona risale al II secolo a.C periodo di grande sviluppo della città.
Lo sviluppo coinvolse anche il traffico fluviale, tanto che si rese necessaria la costruzione di un nuovo porto, quello di Ripa Grande (Emporium). Le enormi chiatte che risalivano il Tevere sostavano all‘ Emporium e qui stipavano le merci che poi venivano distribuite in città. Nei secoli l’accumulo sistematico dei frammenti delle anfore che contenevano l’olio (dette Testae in latino) le uniche non riciclabili, formò il suddetto Monte.
Il rione Testaccio nel tempo
In seguito alla caduta dell’Impero romano e alle successive invasioni barbariche le rotte fluviali si interruppero. Questo portò ad una progressiva ruralizzazione della zona, lasciando spazio a orti e vigneti. Nel Medioevo la “discarica” divenuta una montagnola fu meta di manifestazioni popolari e religiose. “Il gioco della passione” era uno di questi e si svolgeva per tutta la durata della settimana Santa concludendosi proprio sul monte Testaccio. Nel 1914 per ricordare questa tradizione fu posta sulla cima del monte una croce di ferro, tutt’oggi presente.
Tra bonifiche e varie riurbanizzazioni, pur essendo dentro le mura, l’area di Testaccio ospitò nel tempo varie attività industriali e servizi pesanti come: le ferrovie, la fabbrica del gas, il mattatoio e i mercati generali. Il rione Testaccio da sempre considerato fortemente rappresentativo della più verace romanità non risentì di quei cambiamenti mantenendo intatta la sua entità. Questo invece accadde dopo il 1980 con la dismissione e l’abbandono delle strutture come il mattatoio e il trasferimento del mercato.
Tra antico e moderno
Oggi il rione è proiettato verso la modernità, ospita infatti la sezione Future del MACRO (Museo d’Arte Contemporanea di Roma) all’interno del complesso del mattatoio. Il rione al centro di un piano di riqualificazione vanta inoltre la presenza della sede del Dipartimento di Architettura dell’Università degli Studi di Roma tre e la scuola di musica popolare con sede sul Monte dei cocci. Oltre alla vasta scelta di locali culinari caratteristici, il rione è custode di molti siti di interesse storico, artistico, culturale e religioso.
Tra questi, la Piramide Cestia costruita tra il 18 e il 12 a.C come tomba di Gaio Cestio Epulone, inglobata nella struttura perimetrale del Cimitero acattolico. La piramide sorge nelle vicinanze di Porta San Paolo, una tra le porte meglio conservate della Roma antica. Lungo i resti del porto fluviale (Emporium) si trova l’Herrea Galbana, gli antichi magazzini annonari. Altro luogo di grande interesse è la Chiesa di santa Maria Liberatrice che sorge sull’omonima piazza. Costruita nel‘900 è la chiesa più rappresentativa del popolo testaccino.
di Loretta Meloni