Emergono sempre più dettagli dalla rissa a Fiumicino che ha portato un accoltellamento di un ragazzo. È stato un testimone oculare del parapiglia che ha raccontato quegli attimi governati da caos e violenza alle porte di Roma.
In piena zona rossa qualcuno trova il modo per uscire e rendersi protagonista di scazzottate stile Far West. La rissa di Fiumicino ha calamitato l’attenzione dell’opinione pubblica della Regione Lazio che, con sdegno, è stata la spettatrice dell’ennesimo episodio di violenza che si registra tra i giovani. La maxi colluttazione sarebbe scaturita dall’intromissione di un giovane che avrebbe difeso un gruppo di ragazzi più piccoli divenuto oggetto di vessazione di un’altra comitiva. È stato un testimone a raccontare i fatti spiegando la dinamica degli eventi.
Rissa a Fiumicino: parla il testimone oculare
Ecco le dichiarazioni, riportate da Il Messaggero, del testimone che ha assistito a quegli attimi concitati nei quali si è scatenata la rissa a Fiumicino: “Quel ragazzo alto e riccio si è messo in mezzo per difendere i più piccoli e per questo lo hanno ferito. C’era cattiveria in quei colpi. Erano quasi le 16 a quell’ora passo per il parco per una passeggiata e da alcune domeniche noto sempre la stessa scena. Ci sono gruppi di ragazzi che frequentano l’area verde di via Gismondi. Si sentono i padroni del parco. Hanno iniziato a provocare gli altri. I più piccoli, diciamo. Urlavano, poi hanno iniziato con qualche spintone. Si è messo in mezzo un ragazzo che non era con loro. Era più distante. Lui era con un altro gruppo di amici. Stava per fatti suoi. Si è intromesso e ne è nato un parapiglia“.
La difesa dei più piccoli da parte del ragazzo riccio ed il ferimento: “Sono spuntati dei bastoni, scuri e poi le botte. Si è intromesso quel ragazzo alto e con la testa piena di ricci per prendere le difese dei più piccoli. Poi i colpi, forse con un taglierino. E il sangue intorno, ovunque. I ragazzi si sono dileguati è rimasto solo qualche amico del giovane ferito, a terra. Abbiamo prestato i primi soccorsi e chiamato il 112. Sono arrivati gli agenti del commissariato e un’ambulanza. Poi ci hanno allontanati tutti. Posso dire che non c’è stato un motivo scatenante. È stato tutto così all’improvviso“.
Conclude il testimone: “L’aggressore aveva le mani sporche di sangue, inspiegabile che tutto questo avvenga sfidando la zona rossa dove dovrebbero esserci controlli e chiusure serrate. Quello che posso dire è che sono ragazzi che si vedono spesso da queste parti. Che vivono da queste parti. Le forze dell’ordine sono intervenute già altre volte, ma niente non sono mai scattate denunce né sanzioni. Ogni domenica puntualmente da mesi si ripete sempre la stessa storia. A prescindere dal colore e dalle restrizioni“.
Continuano ad indagare gli inquirenti sulle motivazioni e sui perché che hanno scaturito la maxi rissa a Fiumicino.
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