Si è conclusa l’indagine della procura dei minori per la maxi rissa al Pincio, avvenuta il 21 novembre, che poi si è ripetuta ancor più violenta lo scorso 5 dicembre. I quattro ragazzi minorenni sono a rischio processo per lesioni personali aggravate.
La ricostruzione della prima rissa
Gli investigatori hanno ricostruito le dinamiche delle due risse avvenute nel giro di pochi giorni, che hanno visto protagonisti numerosi giovani. Il 21 novembre si è scatenata una lite tra un esiguo gruppo di ragazzi. E’ addirittura intervenuto il padre di uno dei litiganti che, nel tentativo di placare gli animi dei ragazzi, è stato picchiato a sua volta. I giovani hanno utilizzato persino dei caschi per picchiarsi. Tra le dichiarazioni riportate dagli investigatori: “Lo colpiva con un casco in faccia e gli provocavano lesioni consistite in un trauma piramidale nasale con tumefazione orbitale con ferite guaribili in trenta giorni“. Sempre con un casco poi uno dei due ragazzi si scagliava su un altro “Colpendolo alla nuca e provocando un trauma cranico”.
La seconda rissa avvenuta per vendetta
A seguito di questo episodio, si è poi arrivati alla maxi rissa di sabato 5 dicembre al Pincio. Qui sembra che l’incontro tra i giovani partecipanti sia avvenuto casualmente. Questa la ricostruzione dei Carabinieri: “Mentre si trovavano in compagnia di un folto gruppo amici, dopo aver avvicinato un minorenne con la scusa di un chiarimento per i fatti del 21 novembre e dopo averlo strattonato e fatto cadere e trascinato in mezzo alla cerchia, lo aggredivano con calci e pugni ai fianchi cagionandogli la frattura delle ossa nasali“. E’ accaduto poi che un amico di uno dei due ragazzi picchiati abbia incontrato poco dopo, in metropolitana, il ragazzo che aveva scatenato la rissa al Pincio. I due si sono nuovamente scontrati. L’avvocato Alessandro Marcucci sostiene che il suo assistito “Ha reagito a una aggressione subita. Dal video si vede solo un frame, ma i fatti sono andati diversamente“.
Camilla Messina
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