A Roma è esplosa una vera e propria bomba anarchica. Nella notte di lunedì 19 dicembre, un gruppo del Fai, Federazione Anarchica Informale, si sarebbe riunita per compiere un vero e proprio blitz al quartiere Appio Latino.
All’origine dell’assalto anarchico ci sarebbero le condizioni del militante Cospito, tenuto in regime di 41 bis a Sassari.
Sulla vicenda stanno ora indagando Digos e carabinieri, che hanno sequestrato i filmati immortalati dalle telecamere di sicurezza per poter risalire ai responsabili. Al momento, non pare esserci stata alcuna rivendicazione.
Assalto anarchico all’Appio Latino: cassonetti in fiamme e scritte sui muri

Da quanto risulta, come riportato da Il Giornale, il gruppo di attivisti responsabili si sarebbe riunito dopo la mezzanotte e avrebbe dato fuoco a dei cassonetti, per sbarrare la strada alle auto. Successivamente, avrebbe preso d’assalto l’Ufficio Postale di via Latina, 178.
Quella del Fai sarebbe dovuta essere una manifestazione pacifica, volta a sensibilizzare il Presidente della Repubblica sulle condizioni di detenzione dell’anarchico Alfredo Cospito, che da due mesi protesta facendo sciopero della fame.
Cospito era stato condannato a 10 anni e 8 mesi di detenzione per la gambizzazione di Roberto Adinolfi, dirigente dell’Ansaldo Nucleare, come riporta il Giornale. Era, inoltre, finito a processo nel 2017 per degli attentati esplosivi alla caserma e scuola allievi carabinieri “Carlo Alberto Dalla Chiesa”, a Cuneo.
L’Appio Latino era già stato colpito in precedenza dal Fai. Nel dicembre del 2017, un ordigno esplosivo era stato attivato di fronte alla stazione dei carabinieri di via Britannia, a San Giovanni.
Per ciò che riguarda Cospito, la corte d’Assise di Torino, come riportato da Il Giornale, ha inviato gli atti processuali a Roma per valutare se possano o meno essergli concesse le attenuanti generiche.
Giulia Guglielmetti
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