Intervista al Consigliere della Lega, Davide Bordoni a margine dell’XI edizione di Big&Small “Roma Emergenza futuro”, il rapporto sul commercio redatto annualmente da Methos di Mauro Loy su i principali trend e fattori che condizionano gli andamenti economici della Capitale.
1) Numeri drammatici per il commercio a Roma, il centro è quello che ne sta più risentendo. Quali sono le attività che soffrono di più?
Roma sta vivendo una crisi economica-commerciale fuori portata. Ci troviamo in un periodo storico particolare e i numeri continuano a non essere incoraggianti. Anzi ci danno ragione sul fatto che c’era, da parte delle Istituzioni, il dovere morale di fare di più. Meno 80% di fatturato è un dato incontrovertibile a cui bisognerebbe trovare delle soluzioni concrete che non corrispondono di certo a limitazioni degli orari delle attività, chiusure diffuse o localizzate o ricorso indiscriminato allo smart working. Le attività più penalizzate sono quelle che hanno a che fare con il mondo della ristorazione, soprattutto quelle che si trovano nel nostro bellissimo centro storico, dove l’amministrazione ha pensato bene di osteggiare ancora di più con la chiusura del Tridente tramite i varchi ZTL. Il clima è asfittico, Roma deve tornare a respirare, non si può continuare su questa strada.
2) Il Covid-19 acceleratore sia in negativo che in positivo di processi che erano già in atto?
Sicuramente questa pandemia ha velocizzato in termini di digitalizzazione il mondo contemporaneo. Anche sotto l’aspetto dello smart working che prima non era adeguatamente considerato ma, attualmente, mancano soprattutto nell’ambito della pubblica amministrazione organizzazione e priorità gestionali funzionali all’introduzione di questa nuova modalità lavorativa. Di contro sul fronte commerciale non dobbiamo pensare solo alla grande distribuzione ma anche alle piccole e medie imprese, soprattutto ai piccolissimi: artigiani, commercianti, chi vive di territorio e di servizi di prossimità ai cittadini.
Ora sinceramente non penso che ci sarà un secondo lockdown ma sì, ci sarà una crisi senza precedenti e tutti devono essere preparati. Sono necessari corsi di formazione per artigiani e commercianti e bisogna guardare oltre l’esercizio di vicinato su strada. La Camera di commercio e le istituzioni in generale devono cercare nuove soluzioni anche in questo senso. Abbiamo il dovere di potenziare tutti gli strumenti possibili per incentivare l’export e il commercio online delle nostre eccellenze romane.
3) E-commerce la chiave di svolta?
L’e-commerce in Italia sta crescendo esponenzialmente. Il pubblico degli acquirenti online è sempre più elevato e di conseguenza questo genera l’aumento del giro d’affari. Il trend è positivo e continuerà a crescere sempre di più ma la vera chiave d’accesso al futuro è un sistema integrato digitale-territoriale. Adattare i modelli di business ad un contesto del tutto nuovo attraverso un processo che passi per la valorizzazione delle nostre ricchezze. Penso agli immobili del patrimonio pubblico, allo sviluppo del comparto dell’edilizia privata, alla semplificazione per dare risposte veloci dell’amministrazione alle esigenze delle imprese.
4) In autunno era prevedibile un aumento dell’indice dei contagi ma le reazioni delle Autorità mal si conciliano con la convivenza più volte auspicata con il fattore Covid. L’amministrazione come si è mossa in questo senso?
Male, oserei dire che si è mossa a piedi, in bici, tutt’al più in monopattino. L’amministrazione, perdendo il senso della realtà ha investito parecchi denari pubblici in mobilità leggera a profusione in funzione di contrasto al Covid. Il risultato? E’ quello sotto gli occhi di tutti: una situazione fuori controllo. Collasso delle aziende ospedaliere, file chilometriche ai drive-in e trasporti pubblici che attualmente fanno parte del problema invece di essere la soluzione. Con questo modus operandi non si è risolto nulla e i numeri lo dicono chiaro.