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Marzo 23, 2023, giovedì

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Roma, falsi account e ordini alimentari: una truffa da 100mila euro

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Utilizzavano account falsi e si spacciavano per società del settore enogastronomico.
Gli ordini della banda, guidata da una donna, arrivavano in alcuni garage presi in affitto nei pressi della stazione Tiburtina. La merce, ordinata grazie al raggiro, una volta stoccata veniva poi immessa in un mercato parallelo. Questo era capace di far incassare al gruppo 100mila euro in 9 mesi


Così prende vita la ‘Mandrakata‘, l’operazione coordinata dalla Procura di Roma con le indagini dei Carabinieri della Compagnia dei Parioli.
Nella mattinata di oggi, infatti, i militari hanno eseguito cinque ordinanze di custodia cautelare in carcere ai componenti del gruppo. Questi erano residenti a Roma, Monterotondo, Cesano di Roma e Bracciano.

Per tutti i componenti della banda c’è l’ipotesi di reato di associazione per delinquere finalizzata alle truffe e sostituzione di persona.

La truffa della banda di Roma: l’operazione ‘Mandrakata’

Per quanto riguarda le indagini, si è in realtà in un fase preliminare in cui le persone arrestate godono della presunzione di non colpevolezza.

Il provvedimento cautelare trae origine da un’indagine condotta dal dicembre del 2019 al settembre del 2020, dei carabinieri della Compagnia Parioli. Nel corso di questa indagine hanno scoperto 14 truffe ai danni di operatori commerciali nel settore enogastronomico.

L’Arma ha spiegato che le modalità “prevedevano la creazione di account falsi di posta elettronica, attraverso i quali simulare ordini di merce provenienti da note società di forniture di beni e servizi nel settore alimentare; canalizzare la merce, ricevuta mediante artifizi e raggiri, in un sistema di mercato parallelo illecito presso cui realizzare profitti economici; suddividersi i ruoli attraverso la designazione della figura deputata alla gestione delle comunicazioni, delle basi di stoccaggio della merce, reperimento degli strumenti per la contraffazione di marchi e la gestione delle risorse nonché la suddivisione dei guadagni illeciti; attrarre nella rete delle vittime società con sedi legali in varie parti del territorio nazionale”.

Le truffe sono state compiute a Roma ma anche a Trento, Bari e Prato.

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Valentina Cuffaro

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