Il frammento del dito in bronzo, coincidente con le due falangi superiori di un indice, proviene dal Louvre. La ricostruzione della mano del colosso di Costantino è avvenuta grazie al frammento messo a disposizione dal Presidente-Direttore del museo parigino, Jean-Luc Martinez. Il frammento in bronzo arrivò a Parigi nel 1860 insieme a buona parte della collezione del marchese Giampietro Campana. Questi fu uno dei protagonisti del panorama collezionistico romano degli anni centrali dell’Ottocento.
Il colosso di Costantino è una delle sculture più iconiche dell’antichità romana. La prima descrizione dei frammenti del colosso bronzeo di Costantino risale alla metà del XII secolo, quando si trovavano ancora in Laterano. La statua eretta accanto all’anfiteatro Flavio fu per molto tempo interpretata come simbolo del Sole, e quindi denominato Colosseo per assimilazione con esso. Del colosso bronzeo ai Musei Capitolini restano la testa, la mano sinistra, con mancanze in corrispondenza del dito indice, del medio, dell’anulare e del palmo, e una sfera un tempo sorretta dalla mano.
Il colosso di Costantino a Roma

La pertinenza del frammento al colosso di Costantino è avvenuta nel maggio 2018 grazie a una prova effettuata a Roma con un modello 3D, operazione coordinata da Françoise Gaultier e da Claudio Parisi Presicce. Il successo dell’operazione ha portato alla realizzazione di un calco in vetroresina della porzione di dito così ricomposta e la presentazione della mano originale, completata con le falangi mancanti.
L’eccezionalità dell’evento ha assunto ancora maggiore importanza perchè avvenuta in occasione delle due grandi mostre dedicate alla collezione Campana: Un rêve d’Italie. La collection du marquis Campana, al Museo del Louvre, e A Dream of Italy. The Marquis Campana Collection, all’Ermitage di San Pietroburgo.
Il frammento custodito al Louvre

Dei preziosi materiali del monumento si ha nota già in alcune descrizioni medievali e quattrocentesche. La mano con il globo (integra) e la testa, ciascuna collocata su un capitello, sono riconoscibili in un disegno attribuito a Feliciano Felice del 1465. Al centro infatti campeggia la statua equestre del Marco Aurelio, anche questa posizionata in Laterano fino al 1538. Gli ultimi documenti che attestano l’integrità della mano risalgono invece al 1530.
Testimonianze grafiche successive la mostrano invece separata dalla sfera e con l’indice già privo delle due falangi superiori. Il frammento che era finito al Louvre, potrebbe essere entrato nel circuito del mercato antiquario romano già in quel periodo. Del frammento si persero le tracce fino alla sua ricomparsa avvenuta nella prima metà dell’Ottocento entrato a far parte della collezione del Marchese Campana.
di Loretta Meloni
Immagine di copertina (Mano del colosso di Costantino) photo credit: agcult.it