Oggi è il grande giorno. La Roma si appresta a scendere in campo nella partita più importante della sua stagione e lo fa con la consapevolezza di giocarsi tutto. Tutto, in quanto la partita di stasera ha la capacità di decidere un’intera stagione. La sconfitta e la gloria sono 2 facce della ‘medaglia’ del calcio, a maggior ragione a Roma. Questo perché nella capitale il discorso assume significati ancor più estremi e si parla di trionfo o di catastrofe. Saranno in 60mila stasera a galleggiare tra questi 2 estremi opposti, consapevoli che comunque vada, questa è la loro notte.
I tifosi della Roma, un eterno amore
Il tifoso è una persona che decide di investire tanto di sé in gioco, a livello di tempo, di energie e soprattutto di emozioni. Il concetto va estremizzato se si parla del tifoso della Roma, che già di suo è martoriato dai problemi di una città meravigliosa e allo stesso tempo dannata. Se non bastasse, decide di seguire una squadra che di leggerezza gliene regala ben poca, ma di delusioni tante. Sono tanti gli ‘schiaffi’ e pochi i ‘cioccolatini’, ma si sa, in amore è così. E per questo motivo ciò che alla fine conta, per il tifoso giallorosso (e nella vita in generale), è il viaggio che si fa, facile o difficile che sia. Stasera a fare questo viaggio saranno 60mila voci, pronte a mescolarsi nella bolgia dell’Olimpico. Il sogno, più che arrivare in finale, è regalarsi una grande notte d’amore.
Mourinho, il destino lo ha portato qui
Se i cuori dei tifosi giallorossi sono tornati a battere come un tempo il merito è anche e soprattutto di José Mourinho. La squadra non naviga nelle posizioni nobili della classifica, ma ugualmente, i tifosi sono lì, a riempire lo stadio con i Bologna o le Salernitana di turno. Questo è il più grande regalo dello ‘Special One’, un uomo in grado di cucire ancor più fortemente il legame tra la squadra giallorossa e i suoi sostenitori, di per sé già tanto innamorati di questi colori. L’arrivo del mister a Roma, per la verità, sembra un segno del destino. Un uomo di eccessi come lui non poteva che finire in un club del genere, dove si alternano momenti di immensa euforia a repenti cambi di umore e stati di profonda depressione. Questa è la storia di ‘Mou’, è la storia dei tifosi e, si spera, possa essere anche la storia di questa Conference League. La dannazione, constante compagna della Roma, potrebbe essere stavolta genitrice di qualcosa di bello. Qualcosa che a Roma manca da troppo tempo.
Dario Brancaccio
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Photo credit Facebook AS Roma