Roma, medico del Cristo Re scambia infarto per gastrite: muore 53enne, famiglia in cerca della verità

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Caso di malasanità a Roma: un medico scambia infarto per una gastrite e manda a casa il 53enne corso all’ospedale Cristo Re. L’uomo è morto il giorno dopo: era stato curato con il Gaviscon e con uno sciroppo antireflusso. A distanza di tempo, la famiglia vuole conoscere la verità. I fatti nel 2019.

Vicenda tragica di malasanità nel territorio della Capitale. Un uomo, in preda a dolori lancinanti al petto, è andato all’ospedale romano del Cristo Re per un controllo sul suo stato di salute. Il medico che lo ha visitato, però, non ha capito il reale pericolo che pendeva sulla testa del 53enne: il paziente è stato dimesso con una semplice gastrite da curare con Gaviscon e sciroppo antireflusso per una settimana. Purtroppo per il malcapitato il malessere non derivava da un problema di stomaco.

Scambia infarto per gastrite: la morte sei ore dopo

Le dimissioni sbrigative sono alla base della morte dell’uomo di 53 anni stroncato da un infarto. Il paziente mandato a casa rapidamente, infatti, è morto a sole sei ore di distanza dal mancato ricovero. Era un operaio di Primavalle che nella notte tra il 24 ed il 25 novembre 2019. il pm Vincenzo Barba ha chiesto di processare con l’accusa di omicidio colposo il medico di turno al pronto soccorso. Una dottoressa che, in genere, viene descritta come attenta e meticolosa. Quella sera, però, avrebbe sottovalutato i risultati dell’elettrocardiogramma.

Le parole della famiglia, dell’avvocato e degli esperti

È il quotidiano Il Messaggero a riportare sulle sue colonne le parole della vedova: “Mio marito ha avuto un altro forte malore alle tre di notte, ossia a tre ore dalle dimissioni, mentre alle 6 è morto. Anche se formalmente la morte è stata registrata alle 6.50. Insomma è morto a sei sette ore dalle dimissioni, meno di ventiquattro. Ha lasciato un figlio ora diciottenne“. Anche la madre dell’operaio morto cerca la verità: “Io non so cosa sia successo a mio figlio ma voglio sapere la verità. Voglio sapere perché è morto, se si è trattato di un errore umano da parte dei medici oppure se doveva andare così“. Per l’avvocato della famiglia: “L’arresto cardiocircolatorio era evitabile“.

Le evidenze autoptiche, integrate con la documentazione medica – hanno scritto i gli specialisti Vincenzo Arena, Jacopo Pizzicannella e Gerardo Di Masiconsentono di poter collocare la rottura della placca coronarica, causa scatenante del decesso, ad un periodo non inferiore alle quattro ore precedenti“.

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