Roma, mobility al limite: tra stazioni chiuse, treni in riparazione e capienza limitata la Capitale si trova al collasso. Venerdì scatta la fine dello smart working e la normale ripresa degli spostamenti, come verranno gestiti i trasporti?
Roma, mobility al limite: le criticità dei trasporti dopo l’ora X di venerdì
Roma, mobility al limite: se ora la Capitale si trova completamente in tilt tra fermate chiuse, mezzi in riparazione e capienza limitata, da venerdì la situazione che si prospetterà potrebbe essere poco rosea. Con la fine dello smart working e il ritorno al normale spostamento fisico delle persone negli uffici, sul totale di 1 milione 200 dipendenti pubblici e privati una quota tra il 10 e il 20%, perciò tra i 120 e i 240 mila lavoratori, resterà in modalità smart a casa. Tutti gli altri torneranno a muoversi regolarmente anche se la capienza dei mezzi resta all’80% e l’Atac, che ogni giorno per un motivo o per l’altro chiude stazioni, ieri Re di Roma, potrebbe avere non poche difficoltà sulla linea B, visto che molti treni andranno in manutenzione. Insomma, l’agenzia per la mobilità segue con molta attenzione le nuove dinamiche e non è un caso che nelle ultime riunioni a Palazzo Valentini avesse spinto per mantenere livelli di smart working tali da evitare il collasso del trasporto locale e del traffico. Effettivamente già la lezione degli studenti che hanno ripreso le lezioni in presenza al 100% piò essere un indicatore critico. Il 26% ha comunicato ufficialmente all’agenzia di aver scelto il mezzo privato, preferendolo dunque al pubblico. Dunque, il rischio è che pure altre fette di lavoratori possano sommarsi. A quel punto il traffico scoppierebbe, mentre la metro è ancora lontana dagli accessi di un tempo. 800 mila passeggeri al giorno negli anni precedenti al Covid contro i 450 mila circa rilevati a settembre. Inoltre, al 7 ottobre, solo la C viaggiava al 100%, la A al 78%, la B al 62% e la B1 al 38%. Proprio la linea B è seguita con attenzione dai tecnici visto che molti treni dovranno andare in revisione e quindi esonerati dall’esercizio col rischio che diminuiscano anche le corse. Tutto questo mentre Atac continua a gestire gli spazi come nel pieno della pandemia, con scale mobili e ingressi transennati e bus ancora sbarrati nella parte anteriore dove c’è la cabina dell’autista. La speranza è che la flessibilità degli orari in ingresso e uscita riconosciuta nelle linee guida emanate ieri dal Governo renderà il rientro più fluido e scaglionato.
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