Roma, nel tardo pomeriggio, sembra una città quasi deserta. Serrande abbassate, negozi bui e pochissimo traffico nelle vie principali rendono l’atmosfera romana decisamente diversa da quella a cui si era abituati. In centro 150 negozi hanno chiuso durante il lockdown senza più riaprire e altri, ora, s’incamminano verso la mesta fine delle loro attività commerciali. La mancanza di turismo è uno delle cause principali della crisi della Capitale portata, maggiormente, dall’avvento del Coronavirus, la malattia virale che continua a spaventare il mondo intero.
Roma, turismo a picco e città deserta
Passeggiando per Roma verso sera si può notare come strade più note come via Nazionale, via del Corso, via Condotti, via della Vite e via Veneto siano insolitamente vuote. La crisi che infatti ha colpito prima i bar, i pub e i ristoranti ha poi coinvolto anche i negozi e le boutique del centro. Numerose attività, dopo i più drastici provvedimenti, hanno incontrato il fallimento e tante altre, almeno 200, potrebbero non essere più in grado di rialzarsi. Un’emorragia che sembra, quindi, non fermarsi.
“Effetto domino” della pandemia e il crollo del turismo
Se molte attività dopo il primo lockdown sono riuscite a risollevarsi economicamente, con le nuove norme dettate dall’ultimo Dpcm, quali chiusura anticipata e coprifuoco, il destino di ognuna di esse si presenta come un’incognita. Si tratta del cosiddetto “Effetto domino della pandemia“, che coinvolge nella crisi sempre più settori: da quello alberghiero, a quello della ristorazione e dell’abbigliamento. Importante da considerare, a Roma, è anche la mancanza di turismo. Il crollo delle presenze turistiche ha sicuramente influenzato l’economia della Capitale. Nel periodo estivo, tra luglio e agosto, sono stati solo 220mila gli stranieri in visita. A settembre poi si è raggiunto il 90% di visitatori in meno rispetto all’anno precedente.
Valter Giammaria, presidente di Confesercenti, ha dichiarato amaramente: “È il colpo di grazia, i commercianti non sanno come riprendersi. Se chiudi i bar e i ristoranti, le persone restano a casa e si svuotano anche i negozi. Non sappiamo come risollevarci. Ci rendiamo conto del momento delicato con questo aumento dei contagi. Però i commercianti sono con l’acqua alla gola. Resistere in queste condizioni non è più possibile. Abbiamo bisogno di aiuto e ne abbiamo bisogno ora. Abbiamo chiesto un intervento per gli affitti dei locali intanto e speriamo che venga accolta la nostra richiesta. Stiamo tutti cercando di trovare soluzioni che possano, nel concreto, aiutare i piccoli imprenditori“.
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