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RoMaison, storia del costume all’Ara Pacis

Roma ancora una volta diventa straordinario palcoscenico per un evento unico. Capace di far rivivere lo splendore del passato ma proiettandosi nel futuro. Ieri 23 ottobre 2020 al Museo dell’Ara Pacis, si è aperta la mostra “RoMaison, Roma, una Maison straordinaria: archivi e produzioni dei laboratori di Costume”, a cura della storica e critica della moda Clara Tosi Pamphili. Roma entra nel racconto contemporaneo della Moda, come laboratorio progettuale straordinario dove l’artigianato convive con l’archivio, fuori dalle sovrastrutture industriali .

Due mondi unici entrambi espressione della cultura del Made in Italy. RoMaison è un percorso tra storie, epoche e vestiti che sa affascinare. Gli archivi delle più grandi sartorie di costume espongono pezzi che nemmeno i musei di tutto il mondo hanno. Questi raccontano il rapporto tra moda e costume. Come dice la curatrice :

foto Ara Pacis sede della mostra RoMaison photo credit: Skuola.net

“La moda fa abiti per le persone mentre il costume è l’abito del personaggio…Noi abbiamo bisogno di essere personaggi per uscire da un brutto momento. La moda romana ha la forza di attingere a una creatività che viene dal cinema, dagli abiti per il Papa. Dalle Sartorie o da concezioni, ideazioni, di qualcosa che era pensato per uno spettacolo, che fosse religioso o che fosse cinematografico. Quindi è un’apertura, è un’identità di Roma come luogo creativo ma anche di ricerca e turismo”.


Cosi la mostra RoMaison svelerà il ricco patrimonio, unico al mondo, di pezzi autentici dalla fine del ‘700 ad oggi. Un insieme di abiti raccolti con cura e passione in quasi un secolo di attività. Annamode, Costumi d’artePeruzzi, Farani, Pieroni, Tirelli. Luoghi storici frequentati dai più grandi nomi del cinema ma anche da molti stilisti e couturier, saranno protagonisti di una esposizione ricca di abiti e accessori.

Esposizione abiti della mostra RoMaison photo credit :Primapress.it

Annamode, l’atelier fondato nel 1946 da Anna Allegri e la sorella Teresa. I loro capolavori fanno parte della storia di Cinecittà e Hollywood. Spaziando tra teatro, cinema, televisione, esponendo i vestiti per le prime edizioni di “Canzonissima” a quelli di storici sceneggiati. La sartoria Tirelli, nata nel 1964, trai molti abiti indimenticabili, ha realizzato anche la marsina in faille di seca. Studiata, realizzata e ricamata per “Il Casanova di Federico Fellini“.

Il laboratorio Pieroni, aperto negli anni ’40 è diventato nel tempo un riferimento per il cinema, anche hollywoodiano, per i film in costume. Numerosi poi i pezzi iconici esposti, dai film di Pasolini a “Il conformista” di Bernardo Bertolucci. Una sezione dedicata a Mensura, che produce manichini da più di un secolo. Questa esalta il rapporto fra arte e artigianato, con pezzi che degnano un confine sottile tra scultura e manichino. La mostra adotta tutte le misure nel pieno rispetto delle norme anti covid, e promette di essere un altro grande evento pronto a regalare al pubblico un’esperienza indimenticabile.

di Loretta Meloni

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