Dopo lo sgombero dei sotterranei del Selam Palace oltre 70 persone si sono ritrovate senza più un tetto. Privi di migliori alternative infatti, i rifugiati sono stati costretti ad accamparsi all’esterno.
Ancora nessun operatore sociale del Comune di Roma si è presentato presso gli uffici di via Cavaglieri, alla Romanina, occupati dal 2006 da richiedenti asilo e rifugiati provenienti soprattutto dal Corno d’Africa. Al momento dunque, come testimoniano i residenti, gli ingressi sono murati e i materassi sistemati all’aperto.
Denuncia la condizione precaria dei rifugiato Issam, mediatore dell’associazione Nonna Roma
Racconta a Romatoday Issam, che abita nel palazzo ed è mediatore e attivista dell’associazione di volontariato Nonna Roma: “Ieri ci è stato assicurato che dopo l’operazione di polizia qualcuno si sarebbe interessato delle condizioni di queste persone. Ma ora, siamo ormai nel tardo pomeriggio, non si è fatto vivo nessuno. Settanta persone sono accampate all’esterno, mentre gli ingressi del sotterraneo sono stati murati per non permettere più a nessuno di entrare. Non ci sono bambini ma sono presenti anziani di settanta e ottant’anni. Ricordo che vivevano tutti in quel seminterrato perché non hanno alternative”.
Conclude Issam: “Ieri mattina alle 7 sono stati svegliati e fatti uscire dal seminterrato. Gli è stato detto che si trattava di un controllo dei documenti. Nessuno di loro nei giorni precedenti è stato informato dello sgombero. Una volta fuori, però, gli è stato comunicato che non sarebbero più potuti rientrare. Sono stati fatti scendere per prendere le proprie cose e basta. Poi gli ingressi sono stati murati e alle settanta persone non è rimasto altro che accamparsi all’esterno. Senza alcuna alternativa”.
Per i rifugiati di Selam Palace serve un intervento tempestivo
L’assessorato capitolino alle Politiche sociali fa sapere che l’intera operazione è in mano al prefettura, lasciando intendere che non ci sarà alcun intervento dei servizi sociali comunali. L’operazione rientra nell’ambito del piano per gli sgomberi delle occupazioni da tempo sul tavolo del Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica presieduto dal prefetto di Roma, Matteo Piantedosi. L’intervento di ieri, messo in pratica dagli agenti del commissariato Romanina, ha portato all’identificazione di 72 persone, tutti uomini in possesso di permesso di soggiorno per motivi di protezione umanitaria. Solo 8 persone, sprovviste di documento di identità, sono state accompagnate negli uffici della questura per la verifica delle posizioni.
Ad appellarsi al Comune di Roma per “Un intervento tempestivo per trovare soluzioni dignitose” è il presidente di Nonna Roma, Alberto Campailla: “Le condizioni in cui alloggiano sono ovviamente precarie, ma sono l’unica alternativa che hanno trovato rispetto al dormire per strada. Ci è stato comunicato che non è prevista nessuna soluzione alternativa da parte delle istituzioni. Ancora una volta assistiamo a interventi repressivi contro le fasce più deboli della popolazione, non dimenticando che stiamo ancora nel pieno dell’emergenza sanitaria, e perciò quest’azione risulta ancora più grave e miope”.
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