La storia di Giuseppe, al quale è stata ricostruita la trachea distrutta dal Covid, ci pone di fronte a due grandi verità: gli effetti devastanti del virus e lo straordinario lavoro dei medici.
Per la prima volta al mondo è stato effettuato un intervento, perfettamente riuscito, di trapianto di trachea. Il merito è del policlinico Sant’Andrea di Roma che, con questa operazione, si è conquistato il primato mondiale. E’ successo il 3 marzo scorso e l’operazione non è stata eseguita su un qualunque paziente: un uomo di 50anni, colpito duramente dal Coronavirus che, dopo averlo portato ad essere intubato e a sottoporsi a diverse terapie, gli ha distrutto la trachea. Ora però, grazie allo straordinario lavoro dei medici del policlinico Sant’Andrea, l’uomo è tornato finalmente a respirare.
Gli effetti del virus
Il cinquantenne è stato trasferito direttamente nel reparto di chirurgia toracica, senza ricovero post operatorio in terapia intensiva. In seguito, sono state effettuate broncoscopie quotidiane per controllare il decorso. Dopo tre settimane è stato dimesso, senza seguire una terapia immunosoppressiva che, invece, viene utilizzata per gli altri trapianti d’organo.
Giuseppe, cinquantenne di origini siciliane, è stato intubato per un mese in terapia intensiva per le conseguenze del Covid. Così racconta la sua vita in seguito al trapianto: «Respiravo male ora sono uscito pure in bici, non ho difficoltà nel parlare e se non sto attento mangio molto di più, mi è cambiata la vita».
”Ci candidiamo ad essere un centro chirurgico di riferimento”
Cecilia Menna, chirurga toracica, che ha guidato l’intervento, racconta: «Il paziente ha potuto parlare, respirare e deglutire autonomamente da subito. Una delle criticità maggiori nella sostituzione della trachea, tubo rigido e pervio, è stato il ripristino della sua rigidità: per questo abbiamo provveduto a inserire all’interno dell’aorta impiantata un cilindro di silicone»
L’intervento chirurgico ha coinvolto cinque operatori ed è stato così strutturato: «La trachea malata è stata rimossa del tutto e poi ricostruita, tramite la sua sostituzione con un segmento di aorta toracica criopreservata nella Banca dei tessuti di Treviso. La patologia tracheale era grave e non poteva essere affrontata in altro modo.
Paolo Anibaldi, direttore sanitario del Sant’Andrea, spiega: «Dopo un anno di pandemia ci troviamo a fronteggiare quelli che sono gli effetti del virus, come questi alla trachea. Purtroppo ci saranno altri casi con problemi analoghi e noi ci candidiamo ad essere un centro chirurgico di riferimento».
Valentina Cuffaro